Come una finale, di certo con la consapevolezza che si tratterà di un vero e proprio scontro diretto. Mettere da parte la classifica, non farsi prendere dalla tentazione di guardarla troppo e di compiacersene, cullandosi sul margine di dieci punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Punti undici separano in classifica la Salernitana e la Cremonese, ma se il divario esistente tra le due squadre può essere anche legittimamente considerato come il frutto di un certo gap tecnico, a non far dormire sonni troppo tranquilli provvede la grande motivazione che anima la truppa grigiorossa. La Cremonese non ha mai vinto, ma non smette di credere nella salvezza e, del resto, dopo quanto capitato proprio alla Salernitana nella scorsa stagione non si vede come darle torto. Restano i punti, i risultati, anche e soprattutto le prestazioni che le due squadre hanno messo insieme finora e, quindi, va da sé che la classifica esprima tutto questo. L’importante sarà affrontare la partita con attenzione, fame e motivazione, sulla scorta di quanto fatto con Verona e Spezia. Umile, operaia, accorta e sempre pronta a ripartire, magari partendo da un baricentro leggermente più basso per poi alzarlo progressivamente: è stato questo l’atteggiamento della squadra di Nicola nelle ultime partite e sabato pomeriggio il confronto potrebbe essere allo specchio perché anche la Cremonese ha leggermente modificato la sua impostazione e la sua idea di presidio del campo, abbassando il suo centro di gravità. Contro Samp ed Udinese non sono arrivati gol all’attivo, ma il solo punto raccolto è stato un misero premio rispetto a quanto i lombardi hanno messo in campo. Dal canto suo, Davide Nicola può godersi i frutti della ritrovata abbondanza. Il recupero di alcuni calciatori ha permesso al tecnico di cambiare qualcosa nelle ultime partite. Candreva da mezzala è anche il frutto del pieno recupero di Bradaric e dell’ottimo impatto che finalmente il croato ha avuto. Le punte a disposizione offrono tutte ampie garanzie, mentre i rientri di Fazio e Radovanovic hanno colmato il disavanzo in termini di esperienza e leadership che s’era avvertito in alcune gare. Ed ora è il turno di Maggiore che potrà essere impiegato nel ruolo prediletto di interno e di Bohinen che ha inanellato tre spezzoni di partita e che vede più vicino il momento in cui potrà giocare dal primo minuto. Regista, certo, ma anche mezzala, ruolo in cui è stato schierato nelle ultime due occasioni. Proprio per questo non è un azzardo pensare che Vilhena possa trovare da quinto di sinistra una sua nuova dimensione, pur restando principalmente un centrocampista di qualità nella visione dello staff tecnico. Abbondanza di scelte e soluzioni ora più che mai fondamentale per affrontare al meglio le ultime partite prima della sosta. Poi, a bocce ferme, si faranno valutazioni in ottica mercato. Under da lanciare in porta, sugli esterni ed anche a centrocampo restano le priorità del ds De Sanctis che potrebbe aggiungere alla lista della spesa un centrocampista over. In agenda ci sono già i riscatti di Pirola dall’Inter e quello di Dia dal Villarreal.
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