Il campionato di serie B ha imboccato il rettilineo d’arrivo. Mancano cinque gare al termine della stagione regolare, racchiuse nell’arco di meno di venti giorni. L’undici maggio non è così lontano e, dopo quella data, per tanti club sarà già tempo di pensare al futuro. La Salernitana sperava di essere ancora in corsa, ma l’asticella alzata in estate s’è rivelata fuori portata più che altro per la mancanza di una precisa progettualità e di una concreta volontà di puntare in alto. Il livello tecnico del campionato consentiva anche alla squadra granata di competere per qualcosa di più di una salvezza, anche sofferta per certi versi, ma l’aver sbagliato tutte le scelte decisive nei momenti topici della stagione ha fatto la differenza. Dalla tempistica del mercato estivo, con troppi calciatori arrivati alla corte di Colantuono a ridosso dell’avvio del campionato, alla scelta di ingaggiare Gregucci, che non allenava in B da quasi otto anni, per sostituire il dimissionario trainer di Anzio a cui tutti, finanche Lotito nel corso dell’incontro con i tifosi delle scorse settimane, hanno addossato ogni colpa possibile ed immaginabile per spiegare la brutta piega che ha assunto la stagione da dicembre in poi, fino al mercato di gennaio in cui sono arrivati calciatori a corto di gare ufficiali (Minala, Memolla e Calaiò) da tempo immemore ed un terzino sinistro, Lopez, di buon temperamento ma dal tasso tecnico inferiore rispetto al partente Vitale. E’ stata una stagione costellata di errori, sviste, scelte sbagliate, in cui la proprietà ha mantenuto una distanza marcata dalla realtà di Salerno ed il tentativo di colmarla con il fatidico incontro nella capitale non ha per ora sortito l’effetto sperato. Diffidenza e scetticismo restano sentimenti diffusi nell’ambiente perchè dalla proprietà non sono giunti segnali forti e chiari che dessero sostanza alle promesse esternate attraverso lettere e comunicati stampa che, ad oggi, equivalgono a mere dichiarazioni di intenti. Il futuro per la Salernitana è già cominciato, visto che il campionato non avrà troppo da dire da qui alla fine. La posizione del diesse Fabiani è l’ago della bilancia. Da giorni rimbalzano voci che vorrebbero l’esperto dirigente nel mirino di altri club, non ultima l’ambiziosa Reggina, mentre da mesi l’ex capitano della Lazio, Stefano Mauri, segue con discrezione le vicende di casa granata in vista di un possibile ingresso sulla scena. E’ chiaro, però, che eventuali cambi nella stanza dei bottoni dipenderanno dalle decisioni di Lotito e Mezzaroma relative alla figura di dirigente che i due patron vorranno a Salerno. Fabiani ha racchiuso in sé la figura del direttore generale e di quello sportivo, ha pensato alla squadra ma anche ai rapporti con la tifoseria, sovrintendo sull’area marketing ed occupandosi del settore giovanile pur avendo conferito deleghe e mandati in ogni ambito. Un diesse giovane non avrebbe, per forza di cose, le stesse attitudini, essendo più portato a svolgere un lavoro di campo in senso stretto. Per reggere le redini del club ci sarebbe bisogno di un manager a tutto tondo, di una figura capace di curare gli aspetti amministrativi, economici e via dicendo. Non a caso, era venuto fuori il nome di Rinaldo Sagramola, divenuto negli anni un autentico uomo società dopo aver cominciato la sua carriera come direttore sportivo. Tutto, ovviamente, dipenderà dalle valutazioni che la proprietà e Fabiani faranno circa l’opportunità di andare avanti insieme. Dopo la salvezza, sarà necessario in tempi brevi delineare il piano d’azione per un futuro in cui ci siano finalmente delle certezze.
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