Sotto gli occhi di Danilo Iervolino, che ha omaggiato con una maglia personalizzata Giuseppe Barone, ex granata e figlio del compianto ad della Fiorentina, Joe, la Salernitana perde ancora. La Fiorentina sperimentale di Italiano si presenta in campo con Castrovilli, al rientro dopo un lunghissimo stop, e Barak nel ruolo insolito di centravanti, ed infatti non punge quasi fino a quando non entra in campo Kouamè che rompe l’equilibrio a dieci minuti dalla fine sovrastando in elevazione Pellegrino, ancora una volta decisivo in negativo, emblema di un mercato di riparazione bocciato dal campo senza appello. La bocciatura è ampia e totale e non risparmia nessuno all’interno del sempre più variegato e frammentato universo granata di cui negli anni scorsi ha fatto parte anche Alberto Bianchi (ieri all’Arechi), ora club manager e braccio destro alla Lazio dell’ex ds granata Fabiani. Feeling e dialogo non si sono mai interrotti ed anzi sono in una fase ancor più calda visto che la Salernitana ha necessità di rimediare al disastro sportivo ma anche a quello economico che ne consegue. Con il club di Lotito si parla di diversi calciatori dopo che in estate Sepe era finito in prestito nella Capitale ed a gennaio Basic aveva compiuto il percorso inverso. Iervolino ha assistito senza rilasciare dichiarazioni ufficiali all’ennesima prestazione fatta di una quasi totale assenza di qualità nello sviluppo della manovra, certificata anche dalla mancanza assoluta di tiri in porta o anche solo verso Terracciano, uno degli ex insieme a Ranieri sul fronte viola. Messa in campo col 4-4-2 da Colantuono, la Salernitana ha badato ad essere ordinata nella fase di non possesso con Sambia e Candreva esterni di centrocampo e Tchaouna e Ikwuemesi chiamati a dare profondità e velocità alle eventuali ripartenze che non sono state quasi mai assistite da precisione e lucidità nella gestione della palla. I cambi hanno tolto e non aggiunto ed infatti, quando Pirola ha dovuto lasciare il campo per un problema fisico, la difesa è andata in difficoltà con Fazio affiancato dal connazionale Pellegrino, apparso ancora una volta in grande imbarazzo nel presidiare gli ultimi sedici metri. Si è rivisto all’opera Ochoa che ha sfoderato la reattività della scorsa stagione in diverse circostanze, ma che nulla ha potuto sullo stacco imperioso di Kouamé e che ha cercato di evitare fino all’ultimo un passivo più pesante ma ha dovuto arrendersi alla conclusione da due passi di Ikoné proprio all’ultimo secondo del tempo di recupero. Fischi e cori di disapprovazione verso la squadra ed ancora una volta società ignorata e risparmiata, ma che è chiamata a dare risposte forti e tempestive perché il tempo non è certo illimitato. Il record negativo del Pescara, che chiuse a 18 punti, rischia di essere battuto ed anche questo dà la misura del disastro e dello scempio che sono stati confezionati in una stagione surreale e sciagurata in cui nessuno si sente davvero e fino in fondo responsabile. Ci fosse stata una vera e sentita presa di coscienza di quanto accaduto, oggi si starebbe già parlando di futuro.
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