SALERNITANA: LA CONCRETEZZA PAGA, ALMENO PER ORA

Quattro gol al Pisa, quasi in fotocopia, e sette punti in classifica dopo tre giornate: la Salernitana di Castori sembra un inno alla concretezza che fa rima con bellezza, perchè nel calcio si può arrivare al risultato in mille modi ed alla fine è l’averlo conseguito o meno a decretare la riuscita o meno dell’impresa. Fabrizio Castori conosce bene la serie B ed ha puntato fin dal primo giorno sulla grinta, la gamba, la voglia di lottare, sperando che là davanti arrivasse un giocatore capace di trasformare questo calcio pane e salame, proposto dalla cintola in giù, in un aperitivo chic a base di caviale e bollicine una volta che la palla arriva oltre la trincea. Gennaro Tutino è sicuramente quel calciatore in grado di fare la differenza, dotato di passo e tecnica superiori alla mediocrità della B attuale. Anche contro il Pisa l’ex Cosenza ed Empoli ha dato prova delle sue qualità, ragion per cui, dovesse proseguire così, sarebbe veramente un affare riscattarne il cartellino alla cifra di cinque milioni, anche se non si dovesse verificare la condizione- posta come obbligo- dell’avvenuta promozione. Potrebbe, comunque, essere un tassello importante anche per le fortune future della Salernitana, a prescindere dalla categoria. Tutino si esalta negli spazi e si giova del lavoro sporco di Djuric e chissà quanto sarà ancora più esaltante il gioco di attesa e ripartenza nel momento in cui Lombardi, per ora surrogato bene da Kupisz, tornerà al top e Dziczek potrà tornare in cabina di regia. Messa così, questa Salernitana potrebbe non avere rivali in un campionato in cui le presunte big sono alle prese con difficoltà di vario genere. C’è, però, l’altro lato della medaglia, quello, per ora, che Castori è riuscito a relegare in penombra, ma che non va ignorato. Perchè la Salernitana non ha alternative ai terzini titolari e l’idea che Lopez, apparso già in grossa difficoltà nel primo tempo della gara col Pisa, possa giocare sempre è a dir poco azzardata, per cui prima o poi bisognerà testare Baraye. Perchè Belec ha sfoderato grandi parate, ma continua a spargere un senso di preoccupante insicurezza ogni qual volta bisognerebbe uscire da quella porta per allungare le mani anche sul più innocuo dei cross. Perchè in mezzo al campo Di Tacchio è l’unico a garantire una discreta tenuta fisica, mentre Capezzi e Schiavone sono ancora alla ricerca della forma migliore e, comunque, oltre alla fase di interdizione, peraltro non sempre granitica e puntuale, gli attuali titolari e subalterni in mediana non garantiscono altro. Davvero un peccato che la Salernitana abbia collezionato lo stesso numero di portieri e di mediani: fosse riuscita a risparmiare sugli over con i guantoni e a riservarsi almeno una casella in più per quel classico regista dai piedi buoni invocato un po’ ovunque, specialmente da queste parti, la rosa confezionata per Castori sarebbe stata più completa ed omogenea. La concretezza del tecnico marchigiano la sta comunque esaltando, ma dovrà passare altri esami, come è prassi nel calcio. Nel non detto del tecnico c’è un pensiero che è comune a tutti i suoi colleghi: spremere il massimo dall’organico attuale, provando a nasconderne limiti e lacune il più possibile, e con questo Tutino la cosa potrebbe anche riuscire piuttosto bene, fino a gennaio, mese della verità, salvo imprevisti da covid, sul fronte mercato, momento topico a cui, finora, la società granata s’è sempre fatta trovare distratta e impreparata. Due mesi e mezzo al massimo per Castori e per il club per dare un senso ed un valore al lavoro del tecnico e riempire di contenuto le frasi di rito di ogni stagione.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto