C’è tanta confusione fuori e dentro la Salernitana, diventata quasi un peso per Claudio Lotito, sempre più distante e silente sulle questioni di casa granata, e, a sua volta, sempre più bersaglio della contestazione dei tifosi. Ieri, ad esempio, a Capaccio sono comparsi dei veri e propri fumetti che prendevano scherzosamente di mira il patron ma anche suo cognato ed il diesse Fabiani. Anche Mezzaroma ed il dirigente romano da tempo sono spariti dai radar, come fossero in ritirata strategica, l’unica risposta possibile, dal loro punto di vista, alle critiche ed alle contestazioni, ma, soprattutto, dinanzi alla mancanza di fatti concreti che possano alleggerire la pressione che grava sul club granata che solo sabato scorso ha vissuto un pomeriggio surreale. Da una parte, la contestazione dei tifosi all’Arechi con tanto di striscione affisso e di palloni lanciati, dall’altra il giallo Ranieri.
Se sulla protesta dei tifosi Digos e Carabinieri, che erano presenti sabato pomeriggio, hanno avviato le indagini del caso, dall’altra ci si aspetta che qualcuno chiarisca la vicenda del difensore della Fiorentina, giunto a Salerno insieme a Gyomber e poi repentinamente ripartito verso altri lidi. In un primo momento lo stesso calciatore, tramite il suo agente, aveva fatto intendere che ci fossero state addirittura minacce da parte di qualcuno, salvo poi precisare che si era trattato di messaggi con cui lo si invitava a ponderare bene la scelta in ragione delle dubbie ambizioni del club granata. Versione, questa, poi avallata implicitamente anche dalla società granata che ha in qualche modo confermato, lasciando andare il calciatore, che le sue ambizioni sono relative, sicuramente minori di quelle di Lecce, Pescara, Chievo o Spal, club che hanno subito messo gli occhi sul difensore dell’Under 21 che, in quanto a pressioni, aveva già dato prova di essere capace di sopportarle nella complicata esperienza di Foggia.
Insomma, Salerno ed i suoi tifosi si sono visti sbattuti in prima pagina ingiustamente. Se Ranieri non era convinto o se ha cambiato idea dopo un paio di giorni, la colpa non sarà sicuramente dei tifosi o della città. Se non si vuol dire la verità, quanto meno si eviti di riversare fango su Salerno e la sua gente, da sempre pronti ad ospitare e lanciare giovani di talento. L’elenco sarebbe troppo lungo e, comunque, non c’è bisogno di difese d’ufficio quanto di fatti.
Se non si darà seguito con azioni nelle sedi opportune a quanto fatto trapelare in un primo momento sabato pomeriggio, allora che si chieda almeno scusa alla città di Salerno, lesa nel suo buon nome e che avrebbe bisogno di un intervento istituzionale per reclamare rispetto e dignità in prima istanza nei confronti della proprietà e della dirigenza che non hanno mosso un dito in tal senso. E’ una fase di grande confusione, come confermano anche le difficoltà incontrate sul mercato. La tifoseria è preoccupata e delusa, ma anche decisa a farsi sentire e a chiedere con forza chiarezza. Domani, presso il Centro Sociale, è in programma un incontro tra i tifosi in cui si tracceranno le linee guida della protesta. Il no alla multiproprietà e l’amarezza per il silenzio della proprietà sono sentimenti comuni a tutti, ma Salerno resta divisa su altre questioni. C’è bisogno di chiarezza su tutti i punti. Non si può pensare di contestare la proprietà ed assolvere l’operato della dirigenza. Insomma, se Lotito e Mezzaroma hanno tradito le aspettative, non di meno il diesse Fabiani ha deluso la piazza per aver avallato, quanto meno, certe scelte, per non essersi dimesso se in contrasto con la linea dettata dai patron.
Al momento, questa squadra rischia di finire diritta in C. Lo diciamo adesso perchè c’è ancora tempo per rimediare sul mercato, anche se la partenza del campionato si annuncia ad handicap. Bisogna uscire da questo immobilismo, occorre mettere mano alla tasca, far valere certi rapporti, dimostrare di avere peso nelle sedi opportune, ed allestire una rosa competitiva per far sì che Castori non debba friggere il pesce con l’acqua. Dopo aver messo Ventura nelle condizioni di lasciare, Lotito ha completamente trascurato la Salernitana, dando ragione a chi sostiene con forza che la multiproprietà non porti da nessuna parte. Se il patron della Lazio avesse avuto la determinazione degli anni in cui in pochi giorni costruiva squadre pronte a vincere il campionato, i vari Coulibaly, Buongiorno, Tutino, Ranieri, solo per fare dei nomi, non sarebbero stati protagonisti di telenovele di fine estate che stancano anche chi le scrive, figurarsi lo spettatore, ma sarebbero stati solo alcuni dei rinforzi di cui Castori avrebbe potuto avvalersi.
Ed invece, a dodici giorni dall’inizio del campionato, il trainer marchigiano si ritrova con uomini contati e tanti dubbi. Ed una panchina che pare già scottare tanto.