Rispolverato un attaccante che segna e un centrocampista che sa giocare la palla, la Salernitana può, a giusta ragione, iscriversi alla lista delle pretendenti al salto di categoria. Ad avvalorare l’ambizioso progetto concorrono, essenzialmente, due fattori: la regolarità di marcia dei granata e l’estrema incostanza delle presunte grandi, in particolare delle retrocesse quelle che, in teoria, grazie al famigerato “paracadute” economico avrebbero dovuto fare la differenza. Quella di Colantuono, invece, è una squadra da “B”, proprio nella sua accezione classica, una squadra tignosa e regolare che concede poco, o non molto alla platea, e ancor di meno agli avversari. Attenzione, però, perchè quello che è stato un refrain delle prime giornate dopo la partita vinta in scioltezza contro il Livorno va parzialmente rivisto e questo in virtù del concetto di partenza: la Salernitana ha forse trovato un attaccante che fa gol, Bocalon, e un centrocampista che sa giocare la palla, Di Gennaro. Ecco nel tourbillon di avvicendamenti voluto saggiamente da Colantuono per gestire al meglio le forze, i due giocatori in questione – fin qui abbastanza in naftalina – hanno scalato posizioni su posizioni e appaiono difficilmente sostituibili! Il “doge” ha confermato le sue virtù sotto porta, tra un attaccante abile a creare spazi, Djuric, ed un altro veloce ma abbastanza confusionario, Jallow, Bocalon ci sta di lusso percHè è quello che ha maggiore dimestichezza con la rete avversaria. E non è poco. Di Gennaro, invece, in un centrocampo di lotta come quello voluto dal tecnico è l’unico ad avere un’idea di Governo ed il fatto che contro il Livorno sia cresciuto con il trascorrere dei minuti dimostra che solo giocando con continuità l’ex di Cagliari e Lazio potrà trovare la sua dimensione anche in granata. Dunque tante note liete a cominciare proprio dalla posizione di classifica, l’esiguo distacco dalla vetta e la crescita di giocatori partiti dalla seconda fila. Tante note liete ed un solo rammarico fin qui. Abbiamo sempre contestato le ramanzine spesso poco calibrate di Claudio Lotito a proposito delle presenze all’Arechi, bene ora che – finalmente – il patron sul punto ha deciso, saggiamente, di soprassedere è tempo invece che Salerno si autodetermini perchè quest’anno, a differenza dei pastrocchi propinatici nelle passate stagioni, questa squadra merita maggiore vicinanza e affetto. E’ tempo, insomma, che Salerno ritorni concretamente a palpitare per la sua squadra e non perchè bacchettata dalla proprietà ma perchè lo merita la Salernitana.
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