Dopo le accuse e le offese rivolte a quei simpatici giullari che non si rassegnano ad assistere al solito copione, non poteva mancare anche il discorsetto alla squadra. Alla ripresa della preparazione, anche se non erano presenti tutti i calciatori tesserati, Angelo Fabiani, nella sua veste di responsabile unico della gestione della vita quotidiana della Salernitana, ha parlato ai calciatori, gli stessi che, solo qualche settimana fa, aveva accusato di aver lasciato a piedi Colantuono, che, infatti, avrebbe di lì a pochi giorni salutato la compagnia, ormai non più gradita e gradevole, visto che, al di là delle formule di rito scelte per l’addio – le dimissioni – ed i conseguenti attestati di stima per il passo fatto che non è da tutti – il tecnico è stato definito un vero signore, anche se, è stato fatto notare, ha chiesto lui i calciatori che poi non sono stati messi nelle condizioni ideali per rendere al meglio, una precisazione che sa di stoccata come quella sulla paternità delle formazioni che, si sa, non vengono mica fatte dalla società o dalla dirigenza – qualche calciatore non ha mancato di rimarcare alcune differenze dopo il cambio in panchina. Dopo le critiche e le ramanzine seguite alle sconfitte di Cittadella e Carpi, stavolta, pare, il dg ha usato parole decise ma non al fiele nei confronti del gruppo, esortato a dare di più e a credere maggiormente nelle sue potenzialità che sono rimaste in gran parte inespresse e che con Gregucci, che a sua volta ha detto qualcosa ai suoi calciatori, dovranno finalmente essere valorizzate. C’è da augurarsi che tutti i discorsi pronunciati possano sortire effetti diversi da quelli dei mesi scorsi, quando, ogni qual volta la squadra è stata bacchettata, ha puntualmente steccato la prova d’appello, salvo poi centrare la vittoria, vera manna dal cielo, col Foggia nel giorno dell’esordio di Gregucci. Tutto secondo copione: ogni campionato va così. Anzi, in ogni stagione la Salernitana sembra vivere più campionati: in estate si parte per il ritiro con una squadra che, al ritorno dal romitaggio di luglio, è già diversa; durante il girone di andata ci sono dei picchi e poi, puntuali, dei crolli che portano all’inevitabile cambio in panchina non prima di aver assistito alla delegittimazione dell’allenatore di turno, costretto a provarle tutte, cambio di modulo compreso, prima di consegnarsi in pasto ai detrattori di turno che, spesso, erano i suoi primi sostenitori in avvio di stagione. E con il nuovo allenatore, ovviamente costretto a sperimentare, a studiare, a provare diversi assetti tattici prima di trovare quello più adatto, si dà vita al mercato di gennaio che, come da prassi, non parte col botto perchè logica vorrebbe che una squadra in difficoltà fosse subito rinforzata se non altro per consentire al nuovo trainer di disporre subito dei rinforzi così da poter subito schierare la squadra con il modulo a lui più gradito. E’ come se la Salernitana seguisse il calendario non della Lega di B, ma di madre natura. Estate, autunno, inverno e primavera: per ogni stagione ci sono regole e scadenze da rispettare. Immutabili e indiscutibili. Proprio come quelle della natura.
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