SALERNITANA: MERCATO TRA SOGNI E TARE –

Il calciomercato fa sognare i tifosi, a volte anche i presidenti, ma è anche un momento in cui bisogna fare i conti con la realtà. Ad ogni sessione di mercato vengono al pettine i nodi rimasti irrisolti di quelle precedenti. E’ la storia di sempre. La Salernitana sta riuscendo in questa calda estate in un piccolo capolavoro. Tantissimi erano i calciatori in esubero, molti dei quali saliti in ritiro a Jenbach a luglio, quando Nicola già si sarebbe aspettato dei rinforzi in numero maggiore. Tanti oggi sono stati già trasferiti ed altri potrebbero cambiare maglia da qui a giovedì sera. Il lavoro di Morgan De Sanctis è stato paziente e proficuo in entrata, ma se per acquistare basta avere una buona liquidità, è cedere che diventa difficile. Certo, magari anche per sfoltire i ranghi, la disponibilità economica del club granata sarà tornata utile per incentivare all’esodo, ma il risultato raggiunto è già degno di nota. A gennaio, quando c’era Walter Sabatini, ed oggi con Morgan De Sanctis, la direzione sportiva della Salernitana ha fatto e sta facendo i conti con ciò che era stato fatto prima. Inutile usare aggettivi, basta limitarsi ad elencare ciò a cui a Salerno si è assistito. Dal quadriennale a Kristoffersen a quello ricchissimo a Simy, pagato pure sei milioni di euro per il cartellino, dall’ingaggio di Sy a quello di Kechrida solo per citare alcune delle operazioni della fase finale della epopea da molti ancora oggi rimpianta e decantata, senza dimenticare il rinnovo automatico del contratto dell’esonerato Colantuono, ora impiegato in un ruolo mai ricoperto prima. A gennaio fu fatto un mercato abbondante in entrata perché c’erano pochi fiori da salvare tra le macerie tecniche e societarie lasciate da altri. Qualche errore è stato compiuto, ma il risultato finale è stato centrato e la cessione di Ederson ha quanto meno sistemato i conti. Senza dimenticare che in futuro potrebbe fruttare tanto anche quella di Bohinen. A luglio si è voltato pagina e, Mikael a parte, i tanti esuberi da piazzare erano gli stessi di gennaio, anzi di più visto che alcuni erano rientrati dai rispettivi prestiti. Il diesse De Sanctis ha sistemato anche Veseli e Kechrida e spera di riuscire a fare altrettanto con Simy che continua a frapporre ostacoli alla sua partenza, nonostante offerte economiche non certo al ribasso. Domanda: all’epoca del trust è stato moralmente giusto concedere ad una società di operare acquisti con la formula del prestito con riscatto obbligatorio successivo al 31 dicembre 2021, cosa che ha caricato di costi la nuova proprietà che nulla sapeva di quelle operazioni? Chi ha operato fino a dicembre 2021 ha lasciato tare enormi, come nella migliore tradizione, provando pure a passare o farsi riabilitare come salvatore della patria. Non è così. Per troppi anni a Salerno si è speso senza investire, ignorando il reale significato del verbo “patrimonializzare”. Una parola che è ben presente nella mente di Danilo Iervolino, Maurizio Milan e Morgan De Sanctis. Non a caso, solo ieri è stata definita un’operazione da cinque milioni di euro per un giovane e promettente difensore, Daniliuc. Ed anche per l’attacco questa sarebbe l’intenzione. La Salernitana non ha fatto abbandonato l’idea di ingaggiare una prima punta, ma vorrebbe sostenere un investimento e non accollarsi solo dei costi. In questi ultimi giorni di mercato si proverà a sfoltire ancora per alleggerire ulteriormente l’eredità pesante di un nefasto passato ed al tempo stesso si lavorerà per provare a piazzare un colpo valido oggi come per il futuro. In questa sessione ancora in corso di mercato la Salernitana ha perfezionato 14 operazioni in entrata, 10 delle quali a titolo definitivo. Quantità e qualità per arricchire e potenziare una rosa che a gennaio era stata stravolta con l’obiettivo di provare a fare un’impresa, ma anche per creare patrimonio in attesa che si possa dare impulso anche al settore giovanile. Le strutture, però, in questo caso faranno la differenza e ci vorrà ancora del tempo. Intanto, il club granata investe per la prima squadra, creando le basi per una crescita tecnica e patrimoniale insieme. E’ così che si va verso il futuro, scrollandosi serenamente di dosso le ultime scorie di un tempo, peraltro bruttissimo, che fu.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto