Da squadra indomita e quasi imbattibile, specializzata in rimonte al limite dell’impossibile, la Salernitana è diventata una squadra col braccino del tennista, incapace di chiudere partite già vinte o quasi e costretta a subire rimonte fatali. Se nella prima parte di stagione la squadra di Bollini aveva confezionato rimonte da consegnare alla storia, su tutte quelle con annesso sorpasso finale nel derby di Avellino, senza dimenticare le trasferte di Parma e Cesena, ora, invece, i granata stentano a portare a casa i tre punti anche quando il triplice fischio è imminente. Questa sorta di legge del contrappasso aveva dato le prime avvisaglie in occasione della gara interna col Frosinone quando non bastò il vantaggio nel punteggio e negli uomini in campo, proseguendo, poi, sempre all’Arechi, con Bari e Cremonese. Fatale a Bollini la rimonta in pieno recupero subita, sempre in casa, ad opera del Perugia. Quel pareggio fece infuriare Lotito e decretò l’esonero del trainer di Poggio Rusco. Quattro rimonte subite dopo aver evitato la sconfitta in varie occasioni (Ternana, Pescara, Pro Vercelli, Parma, Cesena, Avellino) furono considerate troppe dai vertici societari e così in panchina arrivò Stefano Colantuono. Per l’ex trainer del Bari i secondi tempi si sono rivelati assai ostici. Tre gol subiti contro il Foggia, due da parte del Palermo, altrettanti col Venezia che stava per compiere una clamorosa rimonta ed altri due incassati a Terni. Se la rete di Signori era stata vanificata dal gol di Pucino, il guizzo di Montalto quasi allo scadere è stato decisivo per sottrarre alla Salernitana due punti, meglio dire altri due punti che, sommati a quelli persi in precedenti occasioni, avrebbero potuto dare un altro volto alla classifica. Tuttavia, siamo al solito discorso: i punti in classifica sono, su per giù, specchio fedele della consistenza e della qualità di un organico e, dunque, se una squadra non chiude le partite, evidentemente ha dei limiti. Le rimonte esaltanti di inizio stagione erano state un mix di cuore, carattere e qualche felice intuizione tattica, ma quelle subite sono la spia impietosa di lacune che non sono state ancora colmate. E sabato, all’Arechi, arriverà quel Carpi che all’andata inflisse la prima sconfitta in campionato alla Salernitana. Emiliani a quota trentadue insieme al Venezia, Salernitana due gradini più giù e, dunque, c’è la possibilità del sorpasso che sarebbe importante in ottica playoff. Per questo occorrerà giocare con cervello e cuore fino alla fine, senza distrazioni nel finale. Ora più che mai i punti in palio sono pesanti e preziosi.
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