Il Verona vince e festeggia la salvezza sotto gli occhi di un tifoso doc come il Presidente della Camera dei Deputati, Fontana. Alla Salernitana resta solo l’ennesima amarezza per una sconfitta interna, la tredicesima in stagione. Prestazione poco incisiva e senza precisione e mordente nel primo tempo da parte dei granata, che si sono svegliati solo nella seconda parte della ripresa. Prima del match il vero spettacolo con la coreografia da brividi allestita dalla Curva Sud con la partecipazione di tantissimi bambini. Al termine della partita, poi, i tifosi non hanno voluto ascoltare le ragioni dei calciatori. Candreva si è portato sotto la curva ma è stato sommerso dai fischi e non c’è stato modo di aprire un dialogo. Comprensibile la delusione e la rabbia della tifoseria che ancora una volta ha preferito non tirare in ballo nella contestazione la proprietà che resta la principale responsabile della situazione. Non c’è stata la giusta attenzione, non s’è percepito per tempo il pericolo di poter perdere la massima serie e non si è fatta chiarezza all’interno. In campo, ieri, la Salernitana ha potuto specchiarsi nel Verona che a gennaio era considerato spacciato da tutti, ma ha saputo far quadrato intorno al suo allenatore che ha saputo gestire una rivoluzione tecnica senza precedenti o quasi. I veneti nel 2024 hanno totalizzato 23 punti contro i 4 della Salernitana che aveva vinto lo scontro diretto del Bentegodi a fine dicembre, portandosi all’epoca a soli 2 punti dagli scaligeri. Se fino a dicembre si pensava che si fosse visto abbastanza, è stato da gennaio in poi che la Salernitana nel suo complesso ha dato davvero il peggio di sé. Tutti colpevoli, a cominciare dalla proprietà, ma questo è ampiamente assodato. Ieri il Verona ha potuto festeggiare con i gol di Suslov e Folorunsho, prendendo un piccolo spavento alla fine sul sussulto d’orgoglio granata, firmato Maggiore. Onore e merito agli scaligeri che hanno lottato e rispettato la maglia e la tifoseria. La Salernitana s’è persa dietro troppi problemi ed è mancata dal punto di vista della capacità di restare lucida e focalizzata sulla realtà. Una stagione allucinante in tutti i sensi, in cui una delle poche note liete è stata rappresentata ieri dall’esordio di Gerardo Fusco. Quando un giovane si affaccia in prima squadra è sempre un momento di speranza. Per i fatti concreti, però, si torna al punto di partenza. Tutto è nelle mani e nella mente di Danilo Iervolino, grande assente anche ieri e sempre più distante dal punto di vista sentimentale dalla cosa granata.
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