La sconfitta di Perugia ha riportato la Salernitana nel passato. I granata hanno compiuto diversi passi indietro anche rispetto alla prestazione offerta a Frosinone. Anche allo Stirpe, alla fine della fiera, la squadra di Ventura era uscita dal campo senza gol e senza punti, ma aveva offerto una prova di maggiore spessore sul piano caratteriale ed anche, con tutti i limiti del caso, anche sul piano del gioco. Al Curi, invece, è andata in scena una versione molto brutta, a tratti sciatta, della Salernitana. Qualcosa che non si vedeva da tempo, forse dalla mezzora horror di Cittadella, e che si sperava di non veder più vedere. Ci contava anche Gian Piero Ventura, fermato da una indisposizione notturna e per questo assente in panchina, come ha precisato la società. Al di là di tutto, augurandoci che il trainer genovese abbia già superato il problema fisico, resta da capire perchè mai nel girone di ritorno, dopo la vittoria di Pescara e il pareggio di Benevento, la Salernitana abbia imboccato quel tunnel che ne aveva contraddistinto il cammino anche a metà del girone di andata. Allora, dopo tre vittorie di fila, giunsero cinque sconfitte consecutive, con la parentesi del pareggio di Empoli prima del nuovo ko di La Spezia. Un punto in sette gare esterne dopo i nove conquistati nelle prime tre: fu questo crollo verticale a bloccare la crescita dei granata nella prima parte di stagione dopo una incoraggiante partenza. Nel girone di ritorno, dopo aver conquistato quattro punti nelle prime due trasferte ed aver sempre fatto bottino pieno all’Arechi, la Salernitana ha perso tre volte di fila fuori casa, mancando sempre l’occasione per compiere quell’ulteriore passo in avanti che avrebbe rappresentato una sorta di conferma di un avvenuto salto di qualità sul piano mentale e delle ambizioni di classifica. Pur sconfitta, e con poche attenuanti perchè la pochezza dell’attacco attuale è figlia di precise e deliberate scelte in sede di mercato del club, la Salernitana è comunque saldamente in zona playoff. Per restarvi, però, dovrà ritrovare gioco, gol e risultati anche in trasferta. Ventura ha inserito Heurtaux in difesa per far sì che anche il francese acquisisse un po’ di minuti e, al tempo stesso, potesse rifiatare Jaroszjnski, senza il quale, però, la costruzione del gioco da dietro è stata molto difficile. In mediana non ha brillato Dziczek, che, però, sta giocando titolare da mesi e che sta attraversando una fase di appannamento fisico che appare anche fisiologica. Resta la costante di un attacco anemico che Ventura ha provato a ravvivare confermando un Cerci meno brillante, come prevedibile, dopo la buona prova col Venezia. Gli estri altalenanti di Kiyine e l’involuzione mentale di Cicerelli, che pure ha sfiorato il gol su punizione, continuano a privare la Salernitana di quell’arma indispensabile costituita dalle corsie esterne. Assodato che Jallow e Gondo non sono in grado di spostare gli equilibri, in attesa del ritorno di Djuric, Ventura dovrà trovare nuove soluzioni. A Perugia si è persa una grande occasione perchè gli umbri di Cosmi erano all’ultima spiaggia e c’era margine per infilarsi nelle loro incertezze e paure. Ed invece, un approccio molle e confusionario ha dato al Perugia forza e convinzione così da tramutare in oro il gol di Mazzocchi e conquistare tre punti vitali. La Salernitana resta nella fascia medio alta della classifica, ma anche alla luce della prova del Curi non può sentirsi ancora grande.
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