Il Lecce passa con merito all’Arechi in una serata allietata dalla notizia della convocazione in nazionale di Pasquale Mazzocchi. Un premio meritato per l’esterno granata che, però, come spesso capita in questi casi, non ha fornito la prestazione migliore del suo eccellente avvio di stagione. La lettura della gara è stata più ispirata da parte della panchina pugliese, brava nel mettere in campo una squadra capace di chiudere gli spazi e di verticalizzare subito su Banda e Ceesay in modo particolare. Meno brava la Salernitana, sicuramente un po’ stanca ed anche leziosa, incapace di cambiare spartito. Il Lecce ha vinto la sfida sul piano tattico, mettendoci poi anche qualcosa in più sul piano della voglia, della fame. Serata negativa per la Salernitana, da cui bisognerà imparare tanto e dalla quale si esce con certezze che erano già consolidate alla vigilia: la rosa dei centrocampisti a disposizione di Nicola, in attesa di Bohinen, è carente numericamente specie perché non presenta un altro elemento con le caratteristiche di Lassana Coulibaly. Kastanos ha qualche colpo istintivo, anche se pure ieri ha sprecato una grande occasione alla fine, ma non è un incontrista. Capezzi è stato inserito in lista, ma continua a scaldare la panchina. Continua a deludere anche Bradaric, entrato in campo nella ripresa per dare più spinta ed ampiezza a sinistra, ma praticamente impalpabile, troppo leggero ed inconcludente. In pratica, finora l’ombra del calciatore che è stato preso a luglio per dare spinta e qualità sulla corsia sinistra. La sosta potrebbe servirgli. E servirà anche per comprendere bene che il campionato della Salernitana, pur in presenza di investimenti importanti, non può che essere fatto di lotta, fame, rabbia senza le quali non si fanno punti né con le big né con le squadre della parte destra della classifica. Dopo l’Empoli, ieri era un altro esame importante per la squadra di Nicola ed il risultato del campo, frutto di prestazione ed atteggiamento insufficienti, ha bocciato i granata. Non serve fare drammi, ma occorre realismo. Meglio evitare voli pindarici, inutile dichiarare obiettivi prestigiosi, l’unica via per raggiungerli, del resto, è il campo e se la Salernitana avesse fatto bottino pieno con Empoli e Lecce, oggi avrebbe una classifica in linea con quegli obiettivi dichiarati ma, al momento, ancora lontani. La Salernitana ieri ha perso la partita due volte. Nel primo tempo, quando non ha saputo far saltare il piano tattico dei salentini, subendo quasi allo scadere un gol che, forse, è stato facilitato anche da una uscita senza i tempi giusti di Sepe. E, poi, nel secondo tempo, quando, dopo aver raggiunto il pari grazie allo svarione di Gonzalez, non ha saputo leggere la situazione che si era delineata. Bisognava conservare almeno il pareggio, cosa che avrebbe permesso alla Salernitana di arrivare a quota 8 di tenere il Lecce a -4 in classifica. Mica poco, alla fine. Insomma, quando l’obiettivo prioritario è la salvezza, vale sempre il detto del saggio Boskov: pareggiare è meglio di perdere.
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