Ed ora che si fa? Verrebbe da fare questa semplicissima domanda a Claudio Lotito, che, solo qualche settimana fa, trasecolava dinanzi alla insoddisfazione della piazza asserendo che, in fondo, la squadra non lottava per non retrocedere e lasciando intendere che l’obiettivo principale fosse stato raggiunto finanche in anticipo. Invece il calcio è sorprendente e la serie B è il campionato più imprevedibile in cui anche i maghi dei pronostici rischiano figuracce. Solo un mese fa, la Salernitana poteva ancora sognare l’aggancio ai playoff, ora deve evitare di essere risucchiata in zona playout. Un solo punto nelle ultime cinque partite spiega come si sia passati da una situazione di relativa tranquillità ad una di innegabile apprensione. Ed ora Claudio Lotito deve prendere atto di ciò e fare quello che da tempo evita di fare: decidere. Il patron della Lazio, insieme a suo cognato, Marco Mezzaroma, deve decidere cosa fare per la Salernitana, intesa come società e come squadra. Ora, il campo ha la priorità rispetto a questioni di altro genere, ma i risultati sportivi sono per un’azienda atipica come quella che oggi è diventata una società di calcio linfa e traino allo stesso tempo e, dunque, non si può prescindere dal verdetto espresso dal campo. Ed in questo momento, i risultati bocciano in toto la società e la squadra. Al di là del risveglio primaverile di Djuric, la campagna acquisti di agosto e quella di gennaio non hanno portato i risultati sperati, né il cambio in panchina ha dato la scossa. Anzi, con Gregucci la Salernitana è peggiorata e la classifica è diventata preoccupante. I granata hanno quattro punti di vantaggio sul Venezia, che, però, ha una gara in meno e lo scontro diretto a favore, e, dunque, dalla gara col Cittadella a quella col Pescara bisognerà dare il massimo ed anche di più per conquistare la salvezza. E’ questo il traguardo che bisogna centrare, ancor più importante a livello simbolico nell’anno del Centenario che davvero rischia di passare in secondo piano rispetto alla stringente e deprimente attualità. Ora, dunque, Lotito deve decidere. Non si può indugiare ancora, non si può pensare che per inerzia questa squadra si salverà, ma bisogna dimostrare alla piazza se davvero c’è un progetto e c’è un interesse nei confronti della maglia granata. Visti gli investimenti ed i risultati raggiunti fin qui, non c’è motivo per pensare che non ci sia da parte della proprietà la voglia di conservare la categoria ed allora bisogna decidere. Lotito e Mezzaroma devono assumere una posizione netta, ufficiale, precisa circa la guida tecnica. Angelo Gregucci gode ancora della loro fiducia? Se sì, che lo si dica pubblicamente. E così anche per quanto riguarda Angelo Mariano Fabiani. Il direttore sportivo dai pieni poteri è ancora e sempre l’uomo giusto, secondo la proprietà, per garantire risultati sotto tutti i punti di vista? Se sì, che lo si dica pubblicamente. Ora bisogna decidere, ora la proprietà deve metterci la faccia. Inutile limitarsi a blitz notturni, inutile dare mandato agli amici degli amici per tentare di mediare, per aprirsi un varco nella già disorientata e confusa tifoseria che ora ha preso una posizione netta ed ufficiale e che, siamo sicuri, tra poco sarà sollecitata a tornare allo stadio per salvare la categoria. Un appello del genere non desterebbe alcuno stupore, ma avrebbe un senso solo se la proprietà offrisse alla gente qualcosa di concreto in cambio, come, appunto, una qualunque decisione. Decidere di non decidere sarebbe la cura peggiore per una squadra che ha tante lacune, ma che ora non ha neanche una guida sicura in panca ed è chiamata a cambiare in corsa mentalità ed atteggiamento perchè non si tratta più di rincorrere l’illusione dei playoff ma di scacciare l’incubo playout.
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