Le parate di Ochoa, il solito guizzo sotto porta di Dia, imbeccato da un assist geniale di Candreva, il buon impatto dei nuovi, la conferma di un’identità di squadra che vuole sempre provare a giocare e a vincere, ma che è ancora in fase di costruzione sia perché siamo ancora ad agosto sia perché dal mercato qualcosa ancora potrebbe arrivare per renderla più completa ed omogenea. Questo hanno detto i novanta e passa minuti giocati davanti ai ventimila dell’Arechi in un lunedì parzialmente condizionato dal meteo nel quale la Salernitana è tornata a giocare in A davanti ai suoi tifosi dopo l’esordio di Roma. Impensabile che si potesse fare un sol boccone dell’Udinese, che schiumava rabbia dopo il ko interno con la Juve, e che ha messo in campo fisicità, qualità ed una maggiore attenzione difensiva. Sousa ha provato a prendersi subito il centro del ring inserendo Bohinen in cabina di regia. Scelta tattica ma anche dai connotati motivazionali per provare a riacquistare un calciatore di qualità, che sta faticando a ritrovare il passo giusto. Il centrocampo ospite ha ben presto preso il sopravvento sia per la superiorità numerica di base sia per una maggiore consistenza fisica, impreziosita dalle indubbie qualità di Lovric e Samardzic in fase offensiva. Il tedesco ha sbloccato la gara nella ripresa, sfruttando l’assist aereo di Lucca, il secondo ha sfiorato il raddoppio che gli è stato negato da una parata decisiva di Ochoa, non certo l’unica della partita di Memo che si era già superato in tre occasioni tra la fine del primo e l’inizio del secondo tempo. Proprio di Bohinen è stata la conclusione più pericolosa verso la porta di Solvestri su sponda granata nel corso di una prima frazione in cui Dia non s’è mai acceso, anche perché la squadra ha subito perso le distanze offrendo all’Udinese facili traiettorie di passaggio e faticando a riproporsi una volta in possesso di palla anche per le difficoltà di sfondare sulle corsie esterne. Kastanos a destra e Mazzocchi a sinistra non sono riusciti a dare ampiezza e profondità, come invece la Salernitana ha trovato, dopo lo svantaggio, anche grazie ai cambi. Cabral e Bradaric larghi, Martegani in mezzo al campo e la Salernitana ha ritrovato fluidità di gioco, arrivando al pari con la combinazione tra l’argentino e Candreva, che ha premiato il movimento in area di Dia, al suo diciassettesimo sigillo in serie A con la maglia della Salernitana. Martegani e Candreva hanno avuto l’occasione per il sorpasso, ma Silvestri è stato molto bravo. Nel finale dentro anche Legowski, che ha confermato di avere personalità e senso del gioco, e Ikwuemesi, che ha fatto valere la sua imponente stazza fisica. Il pari è sostanzialmente sintesi coerente di quanto fatto dalle due squadre in campo. Ora c’è il rush finale di mercato in cui la Salernitana potrebbe ancora aggiungere qualche pedina alla sua rosa. Un esterno alto, un esterno di difesa e, magari, un’altra punta centrale. Dipenderà anche dalle uscite. Simy potrebbe andare alla Samp, mentre Kristoffersen s’è accordato con l’Ancona. Il mercato chiuderà venerdì. Domenica prossima ci sarà la gara esterna a Lecce.
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