Per la prima volta nella sua storia la Salernitana conquista un punto a San Siro. Lo fa con merito, giocando senza paura ed alla pari con i campioni d’Italia in carica del Milan. Non da comparsa, ma da protagonista la squadra di Paulo Sousa calpesta le tavole in erba del palcoscenico del Meazza, la Scala del Calcio italiano e non solo, restando dentro la partita per tutti i quasi cento minuti della stessa, resistendo alle sfuriate del Milan senza mai rinunciare a riproporsi. La nuova mentalità dei granata sta tutta nella scelta finale di Sousa che ha mandato in campo Bonazzoli per Candreva, giocando con tre punte pure l’ultimo spezzone di gara, dichiarando così la sua intenzione di voler provare a vincere la partita. E, se è vero che nel finale Ochoa ha dovuto effettuare un paio di interventi decisivi e Gyomber ha salvato un gol che pareva fatto, è altrettanto vero che Piatek e Dia hanno avuto delle occasioni ghiotte. Il polacco ha impensierito Maignan dalla distanza, il senegalese ha trovato sulla sua strada il corpo di un difensore, senza dimenticare che nell’ultima azione della partita un contropiede orchestrato da Piatek avrebbe potuto portare a sviluppi ancora più interessanti. La Salernitana ha dato prova di essere squadra, unita, compatta, consapevole, capace di essere umile al cospetto della rabbia e della disperazione della Samp otto giorni prima, e, poi, di giocare da grande al cospetto di una grande come il Milan, opponendo non solo sagacia tattica e spirito di sacrificio ai rossoneri, ma anche giocate ed idee di qualità. Bohinen dal primo minuto nel cuore del centrocampo, ancora Kastanos sulla linea dei trequarti insieme a Candreva e a sostegno di Dia in avanti, la solita difesa ed il ritorno a destra dal primo minuto di Mazzocchi: Sousa ha voluto giocare la partita di San Siro senza dare alla squadra l’idea che si dovesse solo difendere. La Salernitana ha saputo essere sempre intensa, diventando un po’ meno aggressiva quando si difendeva nell’ultimo terzo di campo, pagando dazio in occasione di un corner alla esperienza di Giroud, dopo aver avuto con Kastanos e Dia due grandi occasioni per stappare la partita. Nella ripresa, anche grazie ai cambi, con Piatek per Kastanos per dare più fisicità all’attacco e dare a Dia la possibilità di partire più spesso fronte alla porta, la Salernitana ha pareggiato con merito al termine di una azione alla mano di pregevole fattura, cominciata da un filtrante di Bohinen, capace di lasciare sul prato di San Siro una scia luminosa per servire Coulibaly, bravo e tempestivo nel premiare la corsa di Bradaric, abile a rifinire per Dia, lasciato solo dalla impreparata difesa rossonera e freddo nel duello con Maignan. Il boato dei tantissimi tifosi granata presenti è salito fino al cielo carico di pioggia di Milano. Una esplosione di gioia meritata e legittima per i tifosi e per la squadra granata, protagonisti sugli spalti ed in campo di una notte da luci a San Siro. Luci ma anche punti. Le parate di Ochoa, il salvataggio di Gyomber, la capacità delle punte di sacrificarsi per dare sostegno ai centrocampisti, la personalità con cui Mazzocchi, prima, e Sambia, poi, a destra e Bradaric sul versante opposto hanno saputo interpretare le varie fasi del match e la gestione via via più autoritaria della palla da parte di Bohinen hanno fatto sì che il risultato finale fosse meritato e che ci fosse pure spazio per un dolce rimpianto. La Salernitana è stata sempre in partita, ben messa in campo da Paulo Sousa, attento e svelto nel modificare qualcosa in corso d’opera, guidando con personalità la squadra dalla panchina, trasmettendo forza e fiducia a tutti. Cinque punti nelle ultime tre partite, un solo gol subito e tanti calciatori recuperati alla causa. Da Pirola a Kastanos, da Sambia a Bohinen, Sousa è entrato con idee chiare nella mente dei calciatori che sono tornati a sentirsi un gruppo vero e come tale ora pensano ed agiscono. Prendere gol allo scadere del primo tempo sarebbe stata una mazzata terribile per chiunque ed invece la Salernitana è uscita con ancora più rabbia e determinazione dagli spogliatoi, dando l’impressione di volersi prendere ciò che sentiva le spettasse. Un punto dopo una prestazione di spessore e sostanza vale tantissimo, ma da oggi si pensa già al Bologna. Sabato all’Arechi sarà una partita tosta, difficile, insidiosa. Sousa lo farà subito presente ai suoi che potranno contare sul pieno di entusiasmo e di consapevolezze della notte di San Siro.
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