Una doppia tappa prima del momentaneo rompete le righe. La Salernitana è rientrata sabato sera nel ritiro di Ardea dopo la sconfitta dolorosissima di Pescara, dove la squadra ha fatto sosta tecnica, prima di fare una breve tappa ieri pomeriggio a Baronissi ed ottenere il via libera da parte del tecnico Menichini. La squadra si ritroverà domani per la ripresa degli allenamenti. L’allenatore rientrato momentaneamente a casa ha visto e rivisto il film horror andato in scena ieri l’altro all’Adriatico. A notte fonda, si è soffermato sulla palla gol che avrebbe potuto già far scattare il rinnovo automatico del suo contratto: cross di Casasola e i due centravanti della Salernitana che in area piccola sono riusciti nell’impresa di bucare per due volte l’impatto con il pallone della salvezza. Poi il corto circuito, del quale di proposito il tecnico non ha voluto parlare ieri mattina alla squadra: l’ha radunata per l’allenamento, le ha detto che c’è un buco di quindici minuti da colmare, con la serenità e non con la disperazione. Poi ha formato due gruppi: da una parte Calaiò, Rosina e gli altri che hanno giocato spezzoni o sono rimasti in panchina a Pescara; dall’altra Lopez, che non avrebbe convinto perché si è disfatto di molti palloni lanciandoli nella metà campo avversaria senza cercare l’appoggio del centrocampista anche in una situazione di normalità e non di emergenza, e gli altri giocatori titolari allo stadio Adriatico.
Dopo pranzo, rientro alla base. I giocatori sono arrivati in pullman a Baronissi alle 16.30 e sono andati via con le proprie auto, attesi dai familiari. Con loro, i dirigenti Bianchi e Avallone. Per motivi di opportunità e per evitare che potesse sopraggiungere qualche tifoso all’Hotel dei Principati, non sono stati dati riferimenti temporali precisi circa il rientro della squadra in sede. Menichini non ha viaggiato con il gruppo che ritroverà domani, preparandosi alle prossime due settimane da vivere a stretto contatto con la Salernitana, Salerno e i salernitani. Non ha voluto il ritiro prolungato e non lo ritiene necessario. Ha incoraggiato la squadra, l’ha vista scossa a fine gara e ha provato a rincuorare i più amareggiati: poche parole per dire a tutti che la «negatività è la prima nemica», come aveva ribadito in conferenza, e che il Venezia (senza il difensore rigorista Domizzi squalificato nel playout di andata perché era diffidato ed è stato ammonito) non si piange addosso, è ringalluzzito e si riorganizza, dunque tocca fare altrettanto. Cercare riparo fuori Salerno, a giudizio di Menichini, non avrebbe avuto senso, perché con l’ambiente che gronda rabbia (dal vivo e sui social) e con le difficoltà bisogna comunque convivere in partita, quindi è meglio cominciare ad abituarsi in settimana. Menichini ha chiesto e ottenuto che la squadra si allenasse in sede, a Salerno, nel proprio «habitat», da domani e a patto che i playout il 19 maggio comincino davvero.