Da oggi a mercoledì la Salernitana si allenerà prima del break per le nazionali. Molti granata risponderanno alla chiamata dei rispettivi ct e chi resterà avrà qualche giorno di riposo dopo un’estate molto intensa. La partita di ieri a Lecce è stata archiviata con tanti rimpianti. La partenza sprint del Lecce non avrebbe dovuto trovare impreparata la squadra di Sousa che ha sofferto sulla sua fascia sinistra in particolare. Il guizzo aereo di Krstovic ha colto alla sprovvista Gyomber che ha concesso al nove leccese quella frazione di secondo decisiva per battere Ochoa, bravo poco dopo ad evitare il raddoppio. Dalla parte di Cabral Banda ha trovato qualche varco in avvio, ma poi il capoverdiano ha cominciato ad imporre la sua qualità diventando un riferimento costante per i cambi di gioco dei compagni. Sousa ha schierato anche Legowski dal primo minuto, insistendo su Botheim al centro dell’attacco. Sul finire del primo tempo Kastanos ha smarcato Candreva in area, ma il tiro di prima intenzione dell’ex Lazio è sbattuto sul ginocchio di Falcone. La Salernitana ha sicuramente giocato meglio nella ripresa quando l’ingresso di Ikwuemesi ha fatto alzare il baricentro medio della squadra che non ha ricevuto da Mazzocchi l’atteso cambio di passo a destra né da Martegani l’intuizione felice a ridosso dell’area di rigore. Tuttavia, Cabral ha trovato sulla sua strada il palo su un destro appena sfiorato da Falcone e poi ha fallito dal dischetto un’altra occasione. Bohinen stesso ne ha avuta una sul sinistro, mentre nel finale Tchaouna ha fatto vedere di avere esuberanza e sfacciataggine pur essendo sicuramente ancora acerbo. Il rigore concesso nel recupero al Lecce cui erano stati risparmiati i secondi gialli di Kaba e Banda ha chiuso una serata storta per l’arbitro Massimi non meno che per la Salernitana. I granata hanno avuto un approccio non all’altezza, ma sono usciti fuori alla distanza. C’è da lavorare, ma ora non bisogna neanche drammatizzare più di tanto. La partenza sprint non c’è stata e Sousa lo aveva anticipato, ma sia il mister sia la società sanno bene che l’obiettivo salvezza si dovrà conquistare con tempo, lavoro, fiducia e pazienza. Ecco perché ora sarebbe giusto ed auspicabile chiudere il caso Dia e chiarire una volta e per tutte anche con Sousa che del mercato non è contento, ma che sa anche che ora si deve fare con quel che si ha e lui sa come farlo al meglio possibile.
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