SALERNITANA: SE BASTASSERO LE BANDIERE… –

Ci si aggrappa alla storia, al sentimento, alla bandiera, al capitano degli anni ruggenti quelli in cui c’era, per inciso, anche una società nel senso più profondo del termine. Se, però, oggi la Salernitana intende garantirsi un parafulmine, allora la scelta di Roberto Breda sarebbe un errore ed un’offesa a tutto ciò che il trevigiano rappresenta per Salerno. Calciatore, capitano, allenatore in una delle stagioni più tormentate della storia granata, Breda aspettava da tempo l’occasione di tornare in panchina all’Arechi dove si sente a casa, ma torna in un momento complicato e non solo per la classifica. C’è una società che non sa da mesi cosa voglia fare da grande, c’è un presidente che non vuole più saperne di calarsi davvero in questo ruolo, c’è un amministratore delegato che è costretto a barcamenarsi, che un momento conferma Petrachi e quello dopo lo mette in discussione. Anche in questa stagione la Salernitana ha aggiornato il suo manuale dell’anticalcio e lo ha fatto quasi in scioltezza, senza nemmeno rendersi conto degli errori che via via stava commettendo. E come un anno fa Iervolino ha individuato nel direttore sportivo il capro espiatorio, ma l’interruzione del rapporto con Petrachi non sarà indolore visto che il ds leccese giustamente non intende rinunciare alle sue spettanze, anche perché ritiene di non essere mai stato sostenuto da Iervolino e Milan quando c’era da comprare i giocatori che fanno la differenza, tipo un centravanti sano e prolifico e non una copia sbiadita di un attaccante come il Torregrossa di quest’anno. Per di più, Petrachi ha portato in attivo il saldo di mercato, centrando l’unico obiettivo che gli era stato chiesto. Ha sbagliato su e con Martusciello? Ha sbagliato su Colantuono? Resta il dubbio che non siano state scelte profondamente sentite dal ds, ma le ha comunque avallate e per questo ne è responsabile. Come un anno fa, Iervolino si rivolge alla Gea World ed ecco Breda, assistito dalla agenzia di Alessandro Moggi, e Marco Valentini, ds che da giovane è stato uno dei rampolli di Luciano Moggi come testimoniano i suoi trascorsi da scout alla Juventus e poi la sua esperienza a Messina e non solo. Rileva fino a un certo punto con quali agenti il patron voglia provare a salvare la stagione, conteranno i fatti e quindi il mercato. La Salernitana ha tanti problemi: la classifica, la condizione fisica, le inquietudini dello spogliatoio e quindi Breda e Valentini dovranno affrontare un lavoro immane ed avranno bisogno di una società davvero presente e che non esiti sul mercato a compiere tutti i passi necessari per salvare dal baratro in cui è già sprofondata la Salernitana. Non sarà una passeggiata centrare la salvezza. Ci vorranno diciotto partite fatte di sudore e sacrificio, di applicazione feroce e di voglia di combattere. Breda ha le stimmate del condottiero dai modi gentili, ma decisi. Se è stato scelto perché in lui si crede con profonda convinzione, allora si parte col piede giusto. Ora, però, serve che ognuno faccia la sua parte e quindi sarà importante che Valentini abbia libertà d’azione sul mercato così che sia lui poi a rispondere delle scelte e che Breda vada in campo da sabato avendo pieni poteri e potendo fare tutte le scelte che riterrà opportune sul piano tecnico. Basta intromissioni, basta call allargate ad amici e presunti esperti di calcio. Hanno già fatto danni enormi e sarebbe ora che tacessero. Basta, basta, davvero basta con parole e favolette con cui si prova a blandire il pubblico. Occorrono rispetto ed amore per la maglia granata e sotto questo aspetto Roberto Breda è una garanzia e dovrà allenare tutti all’interno della Salernitana, a cominciare dal vertice perché mentre la Salernitana affonda bisogna starle vicino e metterci la faccia, cosa che da troppo tempo Danilo Iervolino non fa. Inutile poi meravigliarsi se i tifosi si sfoghino anche nei commenti social al post di buon anno pubblicato dalla società. La maggior parte ha chiesto amore, rispetto ed una nuova proprietà. Quella che c’è oggi ha confezionato in un anno e mezzo un disastro inimmaginabile di cui ancora adesso continua a non considerarsi responsabile. Si dice anno nuovo, vita nuova. Per la Salernitana c’è solo da augurarselo, ma le premesse non sono certo all’insegna dell’ottimismo. Lieti, ci mancherebbe, di essere smentiti. Il calcio, però, non è materia che si improvvisi e soprattutto è legato ai risultati. Anche questi bocciano senza appello le scelte che da due anni Iervolino e i suoi sottoposti stanno operando.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto