Martusciello esonerato, Colantuono richiamato in servizio. La Salernitana prova a risolvere così la crisi tecnica ormai evidente nella speranza che le cose possano cambiare. Nella domenica del gemellaggio fa festa solo il Bari giunto all’Arechi con tantissimi tifosi al seguito ma soprattutto con le idee chiare. Longo ha impostato la partita sulle ripartenze e i cambi di gioco per colpire la Salernitana nei suoi punti deboli, lasciati ancor più esposti dal cambio di modulo. Col 4-3-1-2, infatti, Martusciello ha voluto garantirsi più presenza a ridosso dell’area avversaria ma ha reso più facile la vita agli esterni del Bari per le difficoltà delle mezzeali (fra l’altro Maggiore s’è fermato dopo dodici minuti per infortunio ed al suo posto è entrato Hrustic che ha caratteristiche ancor più offensive) di coprire in ampiezza il campo. E così i terzini si sono trovati presi in mezzo e Stojanovic ha avuto una serata difficile contro Dorval. La Salernitana rimpiange le due palle gol non sfruttate da Verde e Wlodarczyk nel primo tempo, ma anche la solita fragilità di squadra che consente agli avversari di segnare quasi senza sforzo. Ripresa anche generosa, ma senza grosse occasioni per i granata che a fine partita sono stati contestati dai tifosi. Martusciello e i calciatori avranno pure colpe e limiti, Petrachi avrà sbagliato qualcosa, ma tutto nasce dalla testa e da una gestione non certo illuminata del post retrocessione. La proprietà ha prima messo in vendita il club e poi è tornata a far capolino prima della gara con lo Spezia. L’ad Milan e il presidente Busso assicurano che c’è presenza, che esiste progettualità e che gli investimenti ci sono stati. Dire che la Salernitana ha il quinto monte ingaggi della B non è sinonimo di progetto e di investimenti mirati, ma di eredità dal passato e di scelte dettate dalla voglia di recuperare quanto speso negli anni precedenti che in estate ha condizionato il mercato in uscita ed in entrata. Se erano stati contattati Coda e Tutino e poi era stato bloccato Joao Pedro, ma è arrivato dall’alto lo stop a trattative con calciatori dallo stipendio pesante e si è preferito puntare su Torregrossa che aveva rescisso col Pisa ed era più abbordabile economicamente, ora è inutile addossare colpe e responsabilità sempre e solo sul ds di turno. La Salernitana doveva e poteva ricalibrarsi alla realtà della B, ma doveva e poteva operare con più convinzione e lungimiranza perché ora la prospettiva è chiara: si lotterà per non retrocedere e la salvezza sarà un obiettivo da conseguire con le unghie e con i denti. Stefano Colantuono tornerà in panchina, ma a gennaio se non ci saranno interventi importanti sul mercato, al netto degli auspicabili rientri dei tanti infortunati, il copione non cambierà di molto.
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