Tante emozioni e tre punti d’oro. Il pomeriggio di sabato vissuto all’Arechi è cominciato con il commosso e commovente commiato di Franck Ribery ed è proseguito con cento minuti di grande intensità e tanta sofferenza. Tutto, però, è finito in gloria ed anche gli errori di mira di Piatek e le superbe parate di Dragowski non hanno avuto come contraltare la beffa finale che i tifosi granata hanno temuto più per la famosa legge non scritta del calcio che per la pericolosità dello Spezia. Partito forte, con il 3-5-2 solito anziché il più recente 4-3-3, l’undici di Gotti ha messo in difficoltà la Salernitana, costretta ad una gara di sacrificio e di rimessa anche più di quanto fosse nei piani tattici della vigilia. Agudelo tra le linee ha spesso creato problemi al centrocampo di casa, ma la fisicità di Coulibaly e la sagacia tattica di Radovanovic hanno aiutato la squadra che ha tratto beneficio dal ritorno in difesa di Fazio. Non sarà stato certo un caso che, rientrato l’argentino, anche Gyomber e Daniliuc abbiano sfoderato prestazioni di grande spessore. Dopo sette partite, la porta di Sepe è rimasta inviolata. Ed anche questo è un dato importante. Spezia più manovriero, ma anche sprecone e, così, una volta affievolitasi la spinta iniziale degli ospiti, la Salernitana è uscita fuori, facendo valere le sue doti tecniche. Il vantaggio all’inizio della ripresa è stata una sorta di diretta conseguenza dei primi segnali di pericolo per la porta spezzina arrivati sul finire del primo tempo. Il colpo di tacco smarcante di Bonazzoli, il cross di Candreva, il perfetto tiro a giro di Mazzocchi sulla respinta della difesa sono stati il regalo più bello per Ribery, una sorta di omaggio alla bellezza ed alla fantasia del suo repertorio. Una volta in vantaggio, la Salernitana ha saputo tenere a bada la reazione dello Spezia, che ha aggiunto punte ma ha concluso poco in porta. E’ stata la Salernitana nel lunghissimo recupero ad avere le occasioni migliori. Per i diciassettemila dell’Arechi il fischio finale in coda a dieci minuti di recupero è stata un’autentica liberazione. Terza vittoria interna stagionale, tredici punti in classifica, un vantaggio discreto sulla zona rossa sono tutti dati positivi, esaltati dalla capacità di saper soffrire ed anche dall’impressione che anche da parte di chi è subentrato siano giunti segnali che lasciano pensare che i margini di crescita siano ancora notevoli. Ed ora testa al rush finale. Lazio, Fiorentina e Monza in trasferta, Cremonese in casa le prossime fermate prima della sosta mondiale.
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