Una batosta senza appello. Una sconfitta pesante, pesantissima, che bisognerà provare a digerire quanto prima. La mazzata subita ieri sera contro il Vicenza all’Arechi rischia di lasciare pericolosi strascichi in casa granata. Tre ceffoni che fanno male. Tre gol ad opera di una squadra – quella di Lerda – che fino a ieri non aveva mai segnato in campionato. La Salernitana, invece, ha mostrato tutte le sue carenze. Fisiche, strutturali e mentali. E continua a prendere gol: 6 reti in quattro gare. L’ippocampo è sceso in campo con una nuova-vecchia veste tattica. Quel 4-3-1-2 con Rosina trequartista che Sannino aveva detto di non schierare mai. Probabilmente pretattica. Forse un voler giocare a nascondino che non ha sortito gli effetti sperati. Anzi. Il Vicenza ha fatto “tana”. I granata hanno rimediato la seconda sconfitta di fila, prendendo come al solito gol quando erano ancora negli spogliatoi. Era successo con il Verona al 6’, si è ripetuto a Novara al 7’ e puntuale è arrivata la doccia fredda anche ieri contro il Vicenza all’ottavo del primo tempo con Signori. I veneti sono partiti a mille grazie alle vincenti scelte tattiche di Lerda che ha indovinato tutto quello che c’era da indovinare. I biancorossi si sono schierati con due mediani davanti alla difesa, capaci di far viaggiare sulle fasce Vita e Siega contro un’impacciata retroguardia di casa.
Sponda granata la difesa si dimostra fragile, il centrocampo non fa filtro e l’attacco è isolato. A poco serve Rosina tra i reparti. I primi 20’ sono un incubo. Le prime avvisaglie già nei primi due giri di lancette. La Salernitana è in bambola. Il Vicenza arriva da tutte le parti e sblocca il risultato con un’azione avviata da Galano, rifinita da Vita e concretizzata da Signori. E la Salernitana? Intontita, imbambolata, ingessata, incapace di reagire al pressing dominante degli avversari. Sono ancora gli ospiti, infatti, a battere cassa con Signori che innesca la doppietta (prima volta in carriera per il mediano) al termine di un’azione tambureggiante. La Salernitana si aggrappa all’orgoglio ed ha una reazione, accorciando con Della Rocca (33’) di testa su angolo calciato da Vitale. Sembra l’inizio della rimonta che viene servita a inizio ripresa con una perla di Rosina direttamente su calcio di punizione dai 20 metri. Tutto sembra essersi messo per il meglio. Fattore ambientale e psicologico. E invece quella vecchie volpe di Lerda indovina pure le sostituzioni, cambia il reparto avanzato che prima spaventa con Cernigoi e poi trova il gol vittoria con Di Piazza. Al triplice fischio finale i fischi dell’Arechi.