SALERNITANA: ULTIMA ALL’ARECHI –

E’ l’ultima partita stagionale all’Arechi e non è proprio una circostanza banale e senza significato. C’è un addio da consumare perché la Salernitana lascia la Serie A con il rimpianto ed anche la grave colpa di non aver neanche provato a difenderla. S’è rassegnata prima del tempo, ha tirato i remi in barca e si è assegnata il ruolo di cenerentola della categoria senza provare imbarazzo, anzi è sembrato che ad un certo punto in quei panni ci avesse pure preso gusto a starci. La Salernitana non ha avuto orgoglio né rispetto per il bene prezioso che è la massima serie ed anche per una piazza che non ha mai fatto mancare presenza e sostegno. Ed oggi, quando la curva sud esporrà il lavoro realizzato anche grazie alle tante mani di bambini che si sono radunati a Pastena sabato pomeriggio per imprimere il loro tocco all’opera che era stata approntata, oltre ad applaudire, sarebbe giusto che società e squadra avessero la decenza di chiedere scusa per tutte le sconfitte e le mortificazioni inflitte alla maglia granata che a breve compirà 105 anni. Nessuno parla, nessuno ci mette la faccia, ma questa stagione sciagurata non è certo orfana. Le responsabilità sono chiare, nette, evidenti, tali da dover far solo albergare un pensiero nella mente dei protagonisti del disastro: rilancio e programmazione seri per ritrovare quanto prima la massima serie. Gli investimenti ci sono stati, per quanto infruttuosi, ma chiudendo i cordoni della borsa non si va da nessuna parte. Ederson, preso a gennaio 2022 e venduto di gran fretta all’Atalanta dopo pochi mesi, oggi vale 50 milioni anche alla luce della convocazione nella selezione verdeoro per la prossima Copa America. Dia, valutato 40 milioni un’estate fa, oggi vale meno di un quarto a causa dei capricci e dei pasticci che hanno caratterizzato la sua gestione. La via non è non investire capitali, ma è saperli affidare a persone capaci di scegliere bene i calciatori e di gestirli ancora meglio. E’ un compito, questo, per il quale non sono tagliati né Iervolino in prima persona, né l’ad Milan ed i loro consiglieri. Per trattare con procuratori e calciatori occorrono persone che abbiano esperienza del mondo del calcio che si interfaccino poi con il presidente e l’ad, ma che non siano visti come semplici orpelli. A ciascuno il suo ruolo e le sue responsabilità, sempre che l’assetto attuale non cambi e non ci siano novità anche per quanto concerna la composizione del pacchetto azionario. Oggi si gioca contro il Verona contro cui nel 2011 la Salernitana di Breda perse la B ai playoff, andando incontro all’inevitabile fallimento del club di Lombardi. Scaligeri a caccia di punti salvezza, granata vogliosi di fornire una prestazione di orgoglio. Si vedrà in campo quali motivazioni prevarranno. Di certo è che quando il sole sarà tramontato, quest’oggi, la Salernitana darà l’ultimo malinconico saluto alla Serie A che non è stata difesa come si sarebbe potuto e dovuto fare. Per questo, il minimo sindacale è una programmazione seria ed attenta per un futuro in cui non ci sia più spazio per stagioni così brutte come quella che sta andando in soffitta.

Autore dell'articolo: Redazione