Monaco dopo Casasola e Palombi: si è chiuso così il mercato in entrata della Salernitana che ha prelevato in prestito dal Perugia l’aitante difensore centrale che dovrà compensare l’addio, procrastinato a giugno, di Bernardini, ormai separato in casa e fuori dai piani societari per una seconda parte di stagione in cui la Salernitana proverà a migliorare il piazzamento dello scorso campionato senza coltivare precise ambizioni. Per centrare i playoff, obiettivo minimo indicato da Lotito e Mezzaroma all’inizio del campionato ed anche non più tardi di qualche giorno fa, ci sarebbe voluto uno sforzo, quanto meno di fantasia, perchè sembra impossibile che in un mercato così globalizzato non sia stato reperito un centrocampista che potesse fare al caso di Colantuono. Era una priorità ed invece ci si è ridotti all’ultimo secondo con il risultato che si è proceduto a tentoni, provando a bussare a più porte e prendendosi una serie di prevedibili rifiuti. Deiola del Cagliari e Memushaj del Benevento non sono calciatori che si possano ingaggiare in mezz’ora, a meno che non si mostri una forte determinazione che, nel linguaggio cifrato del mercato, si traduce in grossa disponibilità economica. Ed invece la mancata partenza di Della Rocca, che ora sarà nuovamente parte integrante del gruppo visto che comunque è partito Rizzo ed a centrocampo ci sono pochi uomini, ha bloccato la Salernitana che non ha avuto la forza e la volontà di investire a prescindere, badando non solo all’oggi ma anche al domani. E visto che il mercato di gennaio ha prodotto il solo risultato di sfoltire la rosa (con quelle di Perico al Livorno, Rodriguez all’Empoli ed Alex alla Pro Vercelli sono state sette le cessioni a fronte di tre arrivi), ci si augura che, dopo aver praticamente perso a parametro zero Bernardini, la società ragioni in prospettiva e blindi, magari, Sprocati, che a giugno potrebbe chiedere un aumento ed un prolungamento del contratto, unico calciatore di proprietà del tridente titolare visto che Rossi e Palombi sono della Lazio. Intanto, tornando all’oggi, resta il fatto che il diesse Fabiani non sia riuscito a colmare l’evidente lacuna a centrocampo, dove gli uomini sono pochi e non tutti adatti a giocare nella mediana a due. Bisognava integrare il reparto, aggiungendo almeno un po’ di chili e centimetri visto che per la qualità ci sarebbe voluto un investimento importante che non era nei piani ed invece si è preferito non procedere, provando soltanto a spazzolarsi la polvere dalla coscienza con dei tentativi last minute già in partenza destinati a fallire. Passi per il mancato arrivo di un altro attaccante, visto che in organico ci sono Rossi e Bocalon come prime punte, opportuno aver puntellato la difesa, giusto e doveroso non aver ceduto Pucino, ma per il salto di qualità serviva uno sforzo che avrebbe gratificato Colantuono ed i tifosi perchè sarebbe stato il segnale che anche la proprietà è stanca di vivere alla giornata ed ha voglia di alzare l’asticella. Dalle parole non si è passati ai fatti. La Salernitana non è una squadra scarsa, ma non è una squadra completa e, dunque, è destinata ad affrontare il resto del campionato senza avere precisi obiettivi. Del resto, una squadra forte e convinta di sé non avrebbe lasciato così ingenuamente e con tale leggerezza i due punti a Terni o in altre occasioni e proprio l’ennesima rimonta subita avrebbe dovuto spingere chi di dovere ad interrogarsi sui limiti della rosa e magari anche ad intervenire per eliminarli. Alla fine della fiera resta un senso di incompletezza, ora la parola passa al campo e sarebbe bello potersi ricredere.
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