Dopo una lunga e doverosa pausa di riflessione Angelo Fabiani, uno dei manager più longevi della centenaria storia del calcio salernitano, è ritornato a parlare facendo il punto sullo stato dell’arte, sulla situazione della Salernitana, non propriamente rosea, sul mercato cominciato ormai da qualche giorno, sui possibili movimenti in entrata e in uscita. L’occasione servitagli su un piatto d’argento è stata colta al volo dallo scafato dirigente romano anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe; le critiche mossegli da più parti al giro di boa del campionato evidentemente sono state mal digerite. Un classico di questi tempi, basta – infatti – riavvolgere il nastro – scorrere velocemente il film della lunga militanza a Salerno per accorgersi che i mesi di dicembre e gennaio sono sempre stati i più difficili per Angelo Mariano Fabiani, a prescindere dal risultato per il quale la Salernitana è in corsa. La meraviglia che accende l’osservatore sta tutta nella ritualità che accompagna le interviste a cuore aperto del dirigente romano secondo cui il progetto Salernitana, da lui confezionato in condominio con la proprietà, è di assoluto pregio, di tutto rispetto, invidiato e invidiabile dagli altri: un modello da seguire e possibilmente replicare. Dalle strutture al settore giovanile, passando per l’organico allestito e finire agli allenatori passati e presenti, tutto a Salerno funziona alla perfezione e chi sostiene il contrario o è un nemico della Salernitana o, nella migliore delle ipotesi, un simpatico giullare, qualcuno che nella storia, giusto ricordarlo, veniva pagato dal Re per trascorrere qualche momento di allegria, che aveva il compito di esaltare le vicende di corte e che aveva come unica mission quella di ingraziarsi il suo mecenate. Evidente che, nella foga dell’intervista, l’arguto Fabiani abbia utilizzato male il termine, risultato sgradevole e troppo offensivo nei confronti di chi gli ha dato la parola. Scivolone a parte, è doveroso in questa delicatissima fase della stagione attendere ed osservare con estrema attenzione l’operato del club atteso da una serie di impegni ad alto coefficiente di difficoltà, chiamato ad assecondare i desiderata di Gregucci, a recuperare il terreno clamorosamente perso nell’ultimo periodo dopo un avvio incoraggiante almeno dal punto di vista dei risultati. La Salernitana è un modello virtuoso di gestione tecnica e societaria… Benissimo, fa piacere, rasserena e induce all’ottimismo: i giullari non chiedevano di meglio per dare sfogo a tutta la loro fantasia.
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1 commento su “SALERNITANA, UN MODELLO DA IMITARE: I GIULLARI RINGRAZIANO”
Ivano
(Gennaio 8, 2019 - 12:02 pm)La colpa non è sua. E’ pagato per far galleggiare la salernitana. Niente più e niente di meno.
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