Il Natale 2021 non è il più lieto della ultracentenaria storia granata. Una squadra in fondo alla classifica del massimo campionato, quella serie A che Salerno aspettava da più di venti anni, una società assente, una proprietà lontana, un futuro incerto. E’ così che la Salernitana vive la vigilia di questo Natale che non dispenserà regali e certezze. Al momento, infatti, l’unica certezza è che bisognerà aspettare e sperare che avvenga qualcosa nei pochi giorni che ci separano dalla scadenza del 31 dicembre. Dovrà accadere qualcosa che, in fondo, in sei mesi non s’è concretizzato. Pare un paradosso, ma, a volte, se c’è la volontà, anche il poco tempo a disposizione non diventa ostacolo insormontabile. La volontà, appunto. La proprietà della Salernitana avrebbe dovuto avere una visione molto più ampia ed immaginare scenari anche più intriganti di quelli che si erano vissuti nei primi anni di B. Fosse stato anche solo in forza del mero calcolo delle probabilità, tenendo presente che la quasi totalità delle squadre cadette a turno, negli ultimi cinque- sei anni, avevano centrato la partecipazione almeno ai playoff, bisognava, insomma, pensare che anche la Salernitana, prima o poi, si sarebbe spinta oltre le colonne d’Ercole fissate dalla multiproprietà. Se con Castori, parole di Lotito, si era programmata la promozione, resta da capire quale soluzione che non fosse la cessione della società, l’imprenditore romano avesse già in mente per la Salernitana onde consentirle di partecipare regolarmente e dignitosamente anche all’eventuale campionato di serie A. E di regolare e dignitoso, in verità, oggi, nonostante a Natale ci si debba sforzare di essere più buoni, proprio non riusciamo a scorgere nulla. Cosa ci sia stato di regolare e dignitoso finora nell’avventura sgangherata in serie A della Salernitana dovrebbero dircelo coloro i quali hanno messo mano al progetto del trust ed al progetto tecnico. Due fallimenti agli occhi della tifoseria granata che non ha avuto né le soddisfazioni che la sua passione e la sua massiccia partecipazione avrebbero meritato né ha fin qui ottenuto certezze sul fronte societario. C’è da augurarsi che l’ultima settimana dell’anno porti novità, ma siamo ancora in attesa dell’approvazione del bilancio e, a quanto pare, la stessa potrebbe essere anche in qualche modo differita nel tempo. A Natale si gioca a tombola, ma c’è chi preferisce il mercante in fiera. Salerno vorrebbe che non si giocasse sulla sua pelle, sulla sua passione, sulla sua dignità. Certo, anche da qui sono partiti assist e si sono fatte sponde a chi da Roma e non solo ha preso decisioni in merito alla Salernitana. Si è sbagliato. Di qui non si scappa. Ora, però, tutti questi errori rischiano di portare al risultato che nessuno si sarebbe augurato. Sarebbe mortificante per tutti se la corsa in A della Salernitana fosse finita qui. Uno smacco per la Figc, per la proprietà romana, per l’attuale società e per la città. Salernitana pretesto e motivo di scontro tra poteri forti, o presunti tali: è questo il regalo di Natale impacchettato per i tifosi granata? Vogliamo sperare proprio che non sia così. Restano, però, pochissimi giorni per trovare la soluzione che salvi capre e cavoli in attesa che l’Epifania possa coincidere con l’inizio di una nuova fase. Auspici e nulla più, perché ora più che mai il futuro della Salernitana passa per fatti concreti. Il primo sarebbe stato anticipare il varo del bilancio. Niente da fare, però. Un giorno, poi, qualcuno dovrà rendere conto ad una città intera le ragioni di tanto procrastinare.
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