Una Salernitana capace di rasentare la perfezione dal punto di vista tattico per un’ora abbondante di gioco porta via da La Spezia un punto che riempie comunque il bicchiere. Partita dai due volti come il meteo che ha accompagnato il pomeriggio dei tantissimi tifosi granata al seguito: sole cocente durante la gara, pioggia e grandine dopo il fischio finale. Sulla Salernitana di Paulo Sousa c’è qualche nube passeggera e la si coglie nello sguardo del tecnico portoghese, che non nasconde il suo disappunto in sala stampa per la seconda parte di match in cui la sua squadra si è incartata. Sousa ha ammesso che le sostituzioni da lui disposte non hanno sortito gli effetti desiderati ed il fatto che a fine partita un allenatore riconosca i suoi errori senza scaricare colpe sui singoli, anzi difendendo Pirola per l’errato controllo sul passaggio all’indietro, come tale concettualmente sbagliato di Coulibaly, da cui è scaturito il gol del redivivo Shomurodov non fa altro che confermare lo spessore caratteriale e morale e l’onestà intellettuale del condottiero granata. Anche al Picco la Salernitana ha trovato il gol, cosa che le riesce ormai da tre partite di fila ed in totale s’è verificata in quattro delle sei gare seguite al cambio in panchina, ed ha fatto vedere personalità ed idee di gioco ben precise. Inizialmente, Sousa ha sorpreso tutti, per primo Semplici, schierando Vilhena, un brevilineo, nell’arena del centrocampo, e riproponendo in tandem i nazionali Piatek e Dia con Candreva terzo appoggio offensivo, chiamato a giocare tra le linee e a lasciare la corsia destra a Sambia. E’ a sinistra, però, che la squadra ospite sfonda. Bradaric è in palla e va spesso al cross ed è proprio dalla parte sinistra che i granata trovano il buco per passare. Coulibaly accarezza la sfera per servire in area un compagno e Vilhena è bravo a disturbare il primo tentativo di chiusura spezzino: la palla arriva a Piatek su cui Caldara rimonta in maniera maldestra, spedendo il pallone nel sacco. Il duello tra ex milanisti premia il pistolero che ha il merito di averci creduto e che poco dopo potrebbe finalmente rompere il suo personale digiuno. Cross da corner ed il polacco stacca imperiosamente in area, trovando la traversa a dirgli ancora no. Sospiro di sollievo per il suo connazionale, Dragowski. Nella ripresa lo Spezia inserisce Maldini e Zurkowski per Verde e Kovalenko, ma deve subire una ripartenza di Dia che si fa tutto il campo, sterza un paio di volte e mira all’incrocio. Palla fuori non di molto. E’ l’ultima fiammata dei granata che cedono gradualmente campo ai locali, anche complici i cambi decisi da Sousa che sceglie Maggiore per Piatek al fine di infoltire la mediana e poi butta nella mischia Bohinen. Nessuno dei due entra in partita e lo Spezia, dopo aver trovato inaspettatamente il pari, capisce che potrebbe anche operare il clamoroso sorpasso. La traversa salva Ochoa sul piazzato di Maldini, mentre il palo respinge la zampata di Ekdal. Nel finale Sousa opera un triplo cambio per assicurarsi almeno il pari e, sebbene con qualche affanno, la Salernitana resiste ed infila il quinto risultato utile di fila. Una vittoria e quattro pareggi, sette punti raggranellati dopo il ko all’esordio di Sousa con la Lazio a metà febbraio. Meno di due mesi dopo, la Salernitana ha aumentato il vantaggio sul Verona, ora fatto di ben nove punti, e può archiviare un pari esterno in uno scontro diretto persino con rammarico e con la consapevolezza di potersi esprimere meglio. Da oggi testa alla gara di venerdì con l’Inter e c’è da star sicuri che Paulo Sousa sarà ancor più affamato ed esigente, prima di tutto verso se stesso.
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