La settimana più lunga. Dopo la sconfitta di sabato a Cittadella, la Salernitana non ha certo vissuto un weekend sereno e da oggi deve mettere nel mirino la prossima partita: domenica sera, all’Arechi, arriverà un Crotone che non è, a sua volta, in un gran periodo di forma, ma che non potrà certo essere sottovalutato. Un punto in tre gare per i calabresi, ma la Salernitana non ha fatto di meglio se si considera che ha ottenuto solo una vittoria nelle ultime nove partite. In casa i granata hanno vinto appena due volte e sarebbe quanto mai opportuno che domenica arrivasse la terza vittoria interna, anche se non è da escludere che, dopo i fischi piovuti alla fine del match con l’Ascoli e dopo la brutta prova di Cittadella, l’Arechi non sarà gremito. Nella tifoseria, tanto per cambiare, continuano ad esserci divisioni, spaccature, diversità di vedute che solo i buoni risultati dell’inizio della stagione avevano accantonato, almeno momentaneamente. Dai quasi ventimila del match col Benevento è stato un lento ma inesorabile svuotamento dell’Arechi, fenomeno che è andato di pari passo con l’afflosciarsi della squadra e, se non delle ambizioni, quanto meno dei sogni della gente, in gran parte ormai stanca e delusa e poco propensa a dare ancora fiducia ad una proprietà che ha disatteso per l’ennesima volta le aspettative e non ha saputo ripartire dal fallimento sportivo e dirigenziale della scorsa stagione, né è stata in grado di recuperare terreno sul piano dell’immagine e del sentimento popolare. Anche se qualche iniziativa post centenario c’è stata, infatti, l’attuale proprietà e l’attuale dirigenza granata non sono mai riuscite a fare centro nel cuore della gente. Ora c’è all’orizzonte l’ennesima partita della svolta, da vincere a tutti i costi per mettere un freno alla crisi di risultati che è innegabile e che sta riguardando anche il gioco, le prestazioni, la mentalità, incidendo, forse, anche sul rapporto tra Ventura e la società e tra Ventura ed i calciatori. In ritiro la Salernitana dovrà preparare al meglio una partita delicata. Bivio, ultima spiaggia, svolta: saranno novanta minuti cruciali per capire.
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