Con un colpo di testa di Luka Bogdan sugli sviluppi di un calcio d’angolo di André Anderson, titolare a sorpresa nell’undici presentato da Castori, la Salernitana sale di nuovo in alta quota. Il centrale croato segna un altro gol da tre punti, dopo quello all’andata col Cittadella, permettendo alla squadra di Castori di impostare l’ora abbondante che restava da giocare come meglio le aggrada. Eppure, questa volta la Salernitana non è stata solo difesa e lanci lunghi. Contro il Brescia, che aveva vinto le ultime quattro partite senza subire gol, i granata hanno cercato e trovato in diverse occasioni il fraseggio palla a terra. La presenza di Anderson, ma anche la scelta di Gondo al posto di Djuric in attacco hanno giovato a Tutino che ha trovato compagni con cui dialogare, pur disputando una gara di grande sacrificio, infarcita di scatti e rincorse, ma gratificata anche da qualche combinazione palla a terra. Il gioco più ricamato della Salernitana ha trovato ampio sfogo sulle corsie laterali dove Casasola e Jaroszjnski hanno spinto tanto, specie nel primo tempo obbligando i pur bravi e pericolosi terzini ospiti a limitare le loro sgroppate. Coulibaly ha oscurato Bjarnason, faro decentrato del gioco delle rondinelle, mentre il trio difensivo, ben supportato da Di Tacchio, ha fatto il resto, togliendo dalla partita Ragusa ed Ayé, e consentendo a Belec di trascorrere una serata serena in cui il portiere sloveno ha allungato la serie di imbattibilità della porta granata. Sette gare di fila, tre delle quali con Adamonis in campo, per un totale di 637′. Senza il gol di Giacomelli, subito a sette minuti dalla fine nel pari interno col Vicenza, la serie utile sarebbe stata già da record o quasi. Al di là delle statistiche, resta l’impressione che la squadra ha dato sul campo e cioè di grande compattezza e sicurezza, ma anche di grande determinazione e lucidità nel saper capire i momenti della gara. Rispetto alla gara di andata, la Salernitana ha annullato il gap di qualità che allora apparve addirittura eccessivo, concedendo pochissimo alle rondinelle. Più portata alla costruzione del gioco, pur senza rinunciare alle sue prerogative, la squadra di Castori ha colto una vittoria meritata, netta non tanto nel punteggio ma ai punti, per quanto fatto vedere in campo nelle due fasi. Una vittoria che sancisce l’ingresso della Salernitana nel novero ristretto delle candidate alla promozione diretta. Il Lecce, ora secondo, è ad un punto di distanza. Appena dietro ci sono Monza e Venezia. Nelle ultime otto giornate la squadra di Castori affronterà le sue più dirette rivali ed anche l’Empoli che, forse, alla penultima giornata potrebbe già aver tagliato il traguardo e che all’ultima ospiterà il Lecce. Castori non fa calcoli ed è giusto così. Il tecnico, però, sa anche che ora pià che mai è il momento di pensare al campo e di non alimentare polemiche e divisioni che hanno, nell’ultimio lustro, creato un clima insano in una piazza che si è sempre stretta intorno al vessillo granata. Questo campionato sta andando oltre ogni più rosea aspettativa e la cosa rende tutti felici. Questo non vuol dire che tutto sia stato fatto al meglio, né cancella i cinque precedenti campionati, alcuni dei quali indecenti anche e soprattutto per i comportamenti avuti dalla proprietà e dai suoi luogotenenti. Che la Salerniana sia una squadra poco spettacolare, ma tremendamente cinica è un dato di fatto. Non è una offesa, né una diminutio del lavoro di Castori. Ci vuole onestà intellettuale sempre e comunque, altrimenti nemmeno una promozione cambierebbe lo stato delle cose.
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