SALERNITANA: VENTURA HA TRACCIATO LA STRADA, MA C’E’ TANTO DA FARE

Del pari con il Picerno, che ha fatto il paio con quello di 4 anni a dietro quando la squadra era allenata da Torrente, non è certo risultato il dato saliente. Un passo falso inteso come mancato successo contro una squadra di categoria inferiore è un classico di questa fase della stagione in cui conta ben altro. La Salernitana vista ieri in campo e apparsa lenta ed imprecisione nello sviluppo del gioco ed avrà sicuramente risentito delle fatiche delle prime due settimane di ritiro e magari anche di un campo insolitamente pesante per il periodo. Tuttavia c’è un sentiero ben preciso su cui Ventura e la squadra si sono incamminati, il 3-5-2 è il modulo di riferimento e pare destinato ad essere quello definitivo all’interno di questo spartito tattico. Anche ieri ci sono state luci ed ombre, la squadra ricerca determinati movimenti ed alcuni automatismi sono già a buon punto specie sulla catena di destra dove Akpa e Lombardi hanno stabilito una buona intesa ed hanno anche una buona condizione fisica. Che Ventura stia lavorando sul campo e stia dando un’identità alla squadra è un dato di fatto ma come fin troppo fatto intuire l’ex CT non può fare miracoli stravolgendo le caratteristiche e le attitudini dei calciatori. Ci sono però delle ombre che sono in gran parte retaggio di reteità della passata stagione. Si fa fatica nella fase iniziale dell’azione perché Di Tacchio lascia troppo spesso il compito di impostare a Billong. Nel test di ieri difensore ex Benevento ha provato più volte la sortita oltre la linea di centrocampo, perdendo diverse volte palla perché non avendo appoggio, uno sbocco, una via d’uscita e quando ha chiesto aiuto a Karo e Carillo, suoi angeli custodi, non è che le cose siano migliorate sia per il pressing del Picerno sia per la scarsa propensione di Di Tacchio ad accollarsi l’onere della regia. La stanchezza avrà fatto il resto, nel senso che i movimenti senza palla risultano più lenti infrequenti quando le gambe sono pesanti. Il gol di Jallow allo scadere del primo tempo ha dato un senso alla sterile supremazia dei granata che hanno provato a sfondare da sinistra affidandosi a Kijine, regista decentrato ma anche prevedibile, vista la tendenza ad accentrarsi ed unico superstite nella formazione di partenza del secondo tempo in cui la Salernitana si è letteralmente spenta subendo nel finale, causa l’errore non l’unico di Migliorini in fase di uscita, il gol del pareggio. Un passo indietro in cabina di regia per il giovane Morrone, pochi guizzi da parte di Calaiò e Djuric, difesa in evidente affanno appena si perdevano le distanze. Il lavoro per Ventura non manca anche se resta l’impressione che, sotto la superficie ed errori individuali di lacune nell’organico, una traccia ci sia per farla emergere, per renderla invisibile però non basterà solo il lavoro del tecnico sul campo ma ci vorrà un intervento forte sul mercato che finora ha portato in dote diversi volti nuovi tra cui Cristiano Lombardi, tornante di mestiere, che sta riciclando nel ruolo di cursore a tutta fascia e che vuole fare meglio dei suoi colleghi giunti a Salerno dalla Lazio.

Autore dell'articolo: Redazione