Innamorato del suo lavoro e del mare, Gianpiero Ventura non ha scelto Salerno solo per la strategica posizione che la colloca ad un tiro di schioppo da due coste incantevoli e non lontanissima dalla sua città d’adozione, Bari. Nel suo fine settimana di libertà e relax in Costiera, il trainer granata non staccherà del tutto la spina ma ripasserà nella sua mente queste prime settimane della sua esperienza alla guida della Salernitana. Giovedì sera, dopo il triangolare con Reggina e Bari ed i fischi che dagli spalti sono piovuti per la sua squadra, il tecnico genovese avrebbe voluto parlare, spiegare, analizzare in modo ampio ed esauriente, ma soprattutto chiaro e trasparente, lo stato dell’arte, il punto in cui è il suo lavoro. Lo ha fatto, ma non come avrebbe voluto perchè, sebbene si fosse ormai superata la mezzanotte e ci fossero tanti cronisti in sala stampa pronti a domandare e ad ascoltare le sue risposte, Ventura è stato interrotto nella sua esposizione per ragioni di tempo e di ospitalità nei confronti del tecnico della Reggina, Toscano. Tutto giusto, per carità, ma Ventura è apparso infastidito al punto da lasciarsi scappare un “ non mi era mai capitato di esser portato via da una conferenza stampa”. Un moto di fastidio e di stupore, da spiegarsi, forse, con la volontà del tecnico di dare risposte e soddisfazione ad una piazza a cui la proprietà, dopo aver promesso in un momento di grande difficoltà la serie A, ha poi confidato di voler puntare sul bel gioco senza porsi obiettivi in termini di risultati, e che vuol capire se il mercato completerà un gruppo in cui sono stati inseriti buoni calciatori ma non tutti in grado di garantire il vero salto di qualità. La Salernitana manca ancora di tanto, soprattutto non ha colmato ancora alcune lacune del passato. Un difensore centrale sinistro, un esterno mancino, un regista, un attaccante almeno e, forse, un esterno destro: sarebbero questi i tasselli da inserire nel puzzle di Ventura, qualora si volesse puntare al salto di categoria. Per allestire una squadra divertente per i suoi tifosi e competitiva quanto meno per i playoff, invece, Ventura chiede almeno tre pedine. Nel suo lavoro sul campo, ma anche nelle sue conferenze stampa, Ventura ha fatto capire che vorrebbe dare un taglio netto al passato ed in qualche caso lo ha già fatto. Alcuni calciatori sono stati esentati dal ritiro, altri sono stati bocciati o ridimensionati. Ventura vorrebbe più personalità e qualità in mezzo al campo ed in difesa e quella marcia in più là davanti che è indispensabile per fare la differenza. Aria nuova nello spogliatoio per evitare i problemi del passato, ma anche calciatori più bravi di quelli ingaggiati nelle scorse sessioni di mercato. Di fronte al mare, in Costiera, Ventura aspetta e spera in buone nuove dal mercato, che nel recente passato ha portato in dote troppi calciatori senza futuro e con un presente limitato. Lombardi, Kiyine, Firenze, Giannetti, Karo, Billong sono i nuovi acquisti che hanno già trovato posto stabilmente nell’undici di partenza ed a loro Ventura spera di aggiungerne altri. Insomma, la bocciatura per l’operato del diesse Fabiani e della proprietà che ne ha avallato le scelte per il recente passato è evidente, netta, quasi al punto che le parole, quelle che Ventura avrebbe voluto dire giovedì sera quando la sua conferenza stampa è stata stoppata, risultano quasi superflue. La difficoltà a cedere calciatori dai contratti pesanti e dal rendimento insufficiente sta bloccando alcune operazioni in entrata e questo amplifica demeriti e responsabilità della dirigenza per il passato tanto più che si sta già compromettendo il presente perchè Ventura avrebbe voluto avere la squadra quasi al completo in tempi rapidi e così non è ancora e chissà quando sarà..
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