SALERNITANA: VIGILIA SENZA SAPORE –

Il 25 aprile 2015 la Salernitana ritornava in Serie B grazie al successo interno sul Barletta per tre a uno ed al contemporaneo pari interno del Benevento col Messina. Se quel giorno di nove anni fa esplose inattesa e spontanea la festa popolare proprio in occasione della Liberazione, oggi, invece, il ritorno in cadetteria dal piano superiore è una sorta di incubo. Non c’è sapore, se non un retrogusto amarissimo, alla vigilia della gara di domani col Frosinone che fu l’avversario nei playoff di C del 2014, conclusi proprio con la promozione in B dei ciociari contro cui, la scorsa estate, la Salernitana di Sousa impattò in amichevole. Al termine del match con la neopromossa formazione laziale il trainer portoghese lanciò l’ennesimo grido d’allarme, rimasto completamente inascoltato. E’ vero che impegno e motivazione possono sopperire anche a deficienze tecniche, ma il discorso vale anche per la proprietà. Se ci fosse stata la volontà di dare continuità al progetto avviato l’inverno scorso quando Sousa subentrò ad un ormai confuso Nicola, oggi si starebbe parlando quanto meno di spareggio salvezza con riferimento al match di domani. Ed invece la Salernitana ci arriva con la testa bassa e le motivazioni sotto i tacchi perché è ormai retrocessa e dovrà affrontare ancora cinque partite che non avranno senso. La squadra è reduce da una settimana corta di allenamenti e, dopo la gara di domani, dovrà attendere ben dieci giorni prima di poter tornare in campo per il match interno con l’Atalanta, uno dei club presi più volte a modello dal management granata. Bene, visto che fino a dicembre scorso nei quadri dirigenziali della Salernitana c’era Giulio Migliaccio, che a Bergamo è una sorta di istituzione, qualcuno ha mai avuto l’umiltà e la curiosità anche di chiedergli lumi su come Percassi e soci impostino il lavoro, su come si porti avanti lo scouting e su come sia strutturato il settore giovanile? Basterebbe chiedere anche a Colantuono che a Bergamo ha dato il là ad un primo ciclo vincente, esaltato poi dal lavoro di Gasperini che ha valorizzato prodotti autoctoni e giocatori pescati in giro per il mondo da Sartori, che ora sta replicando il suo capolavoro a Bologna. Non c’è traccia di uomini di mondo in questa rassegna di nomi che s’è fatta, bensì ci sono solo persone che conoscono il calcio, siano essi presidenti, allenatori, direttori sportivi o ex calciatori. Nella sua visita di cortesia in occasione di Salernitana- Fiorentina, Alberto Bianchi, club manager della Lazio, ha ribadito l’interesse dei biancocelesti per Dia in modo particolare, calciatore che Italiano e Joe Barone avrebbero voluto portare a Firenze la scorsa estate ed anche la prossima, ma la scomparsa del dg italo- americano e l’addio quasi scontato del tecnico nato in Germania alla viola sembrano aver fatto raffreddare questa pista. Dia potrebbe anche ritrovare Sousa qualora il portoghese tornasse in panchina, che sia in Italia (è rispuntata anche la pista Napoli) o all’estero. In attesa dell’esito dell’arbitrato la Salernitana sta comunque cercando di trovare una sponda salvifica per cedere Dia a un prezzo che non faccia segnare una minusvalenza e questa operazione occupa ora i pensieri del club granata. In tutto questo c’è da capire se Iervolino al 30 aprile tirerà una linea definitiva e scioglierà le riserve circa la sua permanenza e da lì ripartirà. Il primo passo, in tal caso, sarà la scelta di un nuovo uomo mercato che riesca a cedere a buon prezzo i calciatori da cui si può ricavare qualcosa e poi a fare ordine all’interno di un gruppo che non ha mai trovato il collante giusto per restare unito. Ed allora la fine di questo indecoroso campionato sarà davvero una “Liberazione”. Anche se solo quando nei fatti si sarà messo mano alla programmazione per la prossima stagione, si potrà dire che la lezione sarà servita.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto