Inizio migliore per Salerno e la Salernitana era oggettivamente difficile da immaginare. Vittoria nel derby, record di presenze sugli spalti, ordine pubblico ai limiti della perfezione: uno spot autentico per la serie B e per il ritorno in cadetteria della squadra granata che pure, dal punto di vista squisitamente tecnico/tattico ha avuto il merito, l’intelligenza e la sagacia di affrontare i Lupi con lo spirito della matricola, con grande umiltà e spirito di sacrificio. E se sugli spalti il pubblico salernitano, legittimamente rifiuta l’idea di essere l’ultimo arrivato in cadetteria, in campo la squadra, agli ordini di Torrente, ha affrontato l’Avellino con il rispetto che si deve ad una squadra che, giusto ricordarlo, l’anno passato ha sfiorato la finale play off e chissà forse anche la promozione in serie A, considerata dagli addetti ai lavori tra le principali pretendenti al salto di categoria. Spavaldo, fiero, di categoria superiore l’Arechi granata, operaia e umile la squadra di Torrente: un mix perfetto che ha letteralmente mandato in bambola l’Avellino di tessere, di contro, giunto a Salerno con l’intenzione e la convinzione, forse, di poter fare la partita come e quando voleva, lo si è visto solo a tratti e quando è accaduto la Salernitana non ha avuto il benchè minimo imbarazzo nello sbrogliare la matassa utilizzando un calcio senza fronzoli, fatto di molta sostanza. Ma non è neanche mancata la qualità, segno evidente che a monte c’è un’idea di gioco che Torrente ha inculcato ai suoi uomini il che, abbinato allo spirito di sacrificio mostrato per gli interi 90 minuti, lascia davvero ben sperare. Soprattutto se… soprattutto se la società saprà far tesoro di questa vittoria, mettendo da parte il legittimo e doveroso entusiasmo e analizzando a mente fredda, con lucidità e raziocinio, le risultanze del derby. La Salernitana è un progetto tecnico assai interessante cui manca ancora qualcosa per poter essere considerato completo. Cosa? Un estremo affidabile e rodato da affiancare a Strakosha, un centrocampista di spessore e gamba e, in attesa di Nalini, un esterno. Mica tanto?
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