Un’ora d’auto di distanza. Poco più di 80 chilometri su una lingua di asfalto che va da Salerno a Benevento. Stasera, però, le distanze potrebbero diventare enormi. Stasera i sanniti si giocano la serie A nella finalissima al Ciro Vigorito contro il Carpi dell’ex Castori, mentre Salerno e la Salernitana restano a guardare. Le streghe, neopromosse in cadetteria, provano il doppio colpo di… scopa. Il tutto in uno stadio stracolmo in ogni ordine di posto e con due risultati su tre a suo favore grazie alla migliore posizione nella regoular season. Ammirazione sul piano sportivo, un pizzico di amarezza sul piano del campanile per quello che poteva essere in casa granata e non è stato. Comunque vada stasera, il campionato della truppa di Baroni è stato sicuramente di altissimo profilo. Avvincente e forse anche vincente. Merito certamente di una programmazione mirata fin dal primo giorno di ritiro, di una campagna acquisti importante – senza badare a spese nel mercato di agosto – con investimenti concreti ed un mercato di riparazione altrettanto efficace. Non solo. Anche l’oramai statistica dei cali fisiologici delle squadre di Baroni – che pure c’è stato – è stato ammortizzato senza grossi traumi in terra sannita. Non a caso, il tecnico ex difensore del Napoli del secondo scudetto è tra i papabili per panchine di massima serie.
Già, l’allenatore. Il primo tassello che il Benevento ha messo subito al suo posto nonostante si fosse visto costretto a gestire la bufera dell’addio/licenziamento di Auteri. Poi via via una campagna rafforzamento mirata che ha proiettato la società giallorossa tra le regine del mercato di agosto. Fatta eccezione naturalmente per il Verona – su tutte – ma anche delle altre due retrocesse che beneficiavano del paracadute economico della massima serie. Il Frosinone e proprio il Carpi di Castori, ex tecnico della Salernitana che ha vinto in tutte le categorie partendo dai dilettanti e che stasera proverà a tornare in massima serie.
Salerno insomma guarda con interesse ed anche un tantino di invidia alla finalissima di stasera. La distanza tra Salerno e Benevento è breve. Il comune denominatore in passato è stato il principe longobardo Arechi II, oggi i granata vorrebbero che l’Arechi – lo stadio – potesse tornare a vivere aria di finali che valgono la massima serie. Piccola curiosità. Anche Lotito guarderà con attenzione la finale di stasera. Facile immaginare che l’imperatore Claudio faccia il tifo per i sanniti. Ma non per questioni di cortese vicinato, bensì per logiche di politica calcistica. In caso di promozione delle streghe, infatti, Lotito avrebbe un avversario in meno alla corsa per la presidenza di Lega B.