Salerno non dimentica. A distanza di 36 anni è ancora vivo il ricordo della sanguinosa strage terroristica che si consumò nel pomeriggio del 26 agosto del 1982 nel quartiere di Torrione, un conflitto a fuoco tra terroristi delle Brigate Rosse alcuni militari dell’ Esercito Italiano e una pattuglia della Polizia di stato. Pesante il bilancio: tre morti, un militare e poliziotti. L’azione fu pianificata da un reparto del cosiddetto Partito della Guerriglia che si era formato dall’unione fra la colonna napoletana delle Brigate Rosse, guidata da Giovanni Senzani e il “fronte delle carceri” costituito da dissidenti brigatisti staccatisi nel 1981 dalle BR. All’attento presero parte 10 terroristi con l’intento di impossessarsi delle armi dei militari. I terroristi attaccarono il
convoglio dell’Esercito, costituito da un furgone e un’autovettura, in trasferimento dalla caserma “Cascino” alla vicina caserma “Angelucci”, nella quale avrebbe dovuto svolgere l’usuale servizio di guardia. Durante l’azione fu immediatamente colpito il caporale ventunenne Antonio Palumbo che sarebbe morto in ospedale a Napoli il 23 settembre successivo. Sul luogo accorse una pattuglia della squadra volante della questura di Salerno, che si trovava fortuitamente in un bar nei pressi del luogo dell’assalto. I poliziotti iniziarono un violento conflitto a fuoco con i terroristi, durante il quale perse la vita l’agente Antonio Bandiera, di 24 anni, mentre l’agente scelto Mario De Marco, di 30 anni, sarebbe morto quattro giorni dopo per le gravi ferite riportate. Nel corso dell’azione rimasero feriti altri due militari, un poliziotto, due civili e una terrorista. I brigatisti comunque riuscirono a impadronirsi di 4 fucili in dotazione ai militari dell’Esercito. Ebbene il ricordo, la memoria di quella pagina triste della storia della Repubblica Italiana in quelli che per sempre rimarranno nella memoria collettiva come gli anni di piombo, ancora oggi è vivo e testimoniato dalla cerimonia svolatasi questa mattina presso la piazza dedicata proprio ai caduti di quel vile attentato.