Comunista, ex partigiana dal pugno di ferro, intransigente, e al tempo stesso donna sensibile e vicina ai giovani con i quali ha molto dialogato: Katarina Corkalo Galzigna è stata un simbolo ed un riferimento per la città di salerno che oggi ha deciso di renderle omaggio con l’intitolazione della strada che di collegamento tra Casa Manzo e Brignano. La cerimonia si è svolta questa mattina alla presenza del sindaco di Salerno Vincenzo Napoli. In una nota il comune di salerno ne ha ricordato la storia.
Katarina Corkalo è nata a Fiume (ex Yugoslavia) il 25.11.19.
A soli vent’anni si è quindi trovata coinvolta nella guerra, perdendo sei fratelli negli anni del conflitto sino al 1945. Lei stessa ha partecipato alla lotta partigiana, che negli anni l’ha portata, in quanto donna (una delle relativamente poche) dell’esercito partigiano, sino al grado di colonnello. Col nome del suo grado è stata spesso chiamata anche sino alla sua dipartita il 04.06.1992, poiché ha sempre avuto un’analisi molto lucida della politica italiana e degli scenari internazionali. È giunta a Salerno nel 1952, dopo aver sposato Claudio Galzigna, medico, matrimonio per procura, poiché erano gli anni della cortina di ferro ed alla fine della guerra lei era in Yugoslavia, al di là del blocco.
Negli anni seguenti alla maternità si è dedicata, con l’organizzazione del Soroptimist, a insegnare in diverse scuole di taglio e cucito, e di ricamo all’uncinetto e al gobelin.
Carattere molto forte, ha militato nel PCI per decenni, cucinando il gulasch alle feste dell’Unita’, ma anche ricoprendo ruoli di coordinamento nella locale sezione del rione Carmine. La sua casa è stata per anni, dal dopo terremoto dell’80 sino alla sua morte, un punto di riferimento per molti giovani e meno giovani dell’Arci, che l’hanno frequentato per discutere delle questioni sociali e politiche, leggendo in lei una esperienza di storia vissuta, e di vita quotidiana, davvero singolare. Come pure la Federazione pensionati e vedove di medici l’ha voluta quale rappresentante a livello nazionale. Probabilmente questo suo essere fermamente ne ha fatto un personaggio caratterizzante lo scenario quotidiano meno noto di questa nostra città, che ha vissuto il clima degli anni di piombo. La sua tenacia è stata di esempio anche in parte nell’affermazione del femminismo, che ha visto in Lei una persona rappresentativa proprio nel senso dell’autorevolezza e del credo democratico senza mezzi termini.