C’è la Roma di Mourinho, ma c’è soprattutto la Salernitana di Castori. Non conta tanto l’avversario dei granata ma la circostanza che per loro si tratti dell’esordio interno in massima serie ad oltre venti anni dall’ultima volta. La prima in casa nel ’98- ’99 fu col Milan che poi avrebbe vinto lo scudetto. I tifosi della Roma
potrebbero prenderlo per un auspicio lieto. A quelli granata interessa vedere in campo che la propria squadra lotti e possa provare ad impensierire una delle big del campionato. Certo, dal mercato ci si attendeva di più in linea generale ed ancora di più ci si attendeva sul fronte societario perché il trust è stato e resta un ripiego che ha fatto contenti pochi e ha impedito alla Salernitana di affrontare la grande avventura con una strutturazione diversa sul piano economico e societario, più degna dell’importanza e della difficoltà del massimo campionato. Allo stadio Arechi è stato in parte rifatto il look, anche se solo in extremis si è sistemato quanto occorreva per la goal line technology senza la quale non si sarebbe potuto giocare. Sono scomparse le reti che facevano da barriera tra il campo e le curve, ma resta chiusa la fermata della metro di via San Leonardo per ragioni di ordine pubblico. In tante città europee la metro è il mezzo preferito dai tifosi per raggiungere gli stadi. A Salerno o ci si ferma alla stazione dell’Arbostella oppure si desiste nel caso in cui non si abbiano mezzi propri di trasporto. Meglio recarsi con anticipo allo stadio per rendere più fluida la fila davanti ai tornelli dove bisognerà esibire i titoli, non quelli vinti da Mourinho in carriera, bensì biglietti e green pass per poter accedere ai vari settori dell’Arechi. L’attesa per il debutto interno sta per terminare, anche se non si respirano le stesse sensazioni di quel lontano ’98. Erano altri tempi, in fondo, in cui non c’era il green pass e neanche il trust.