Con quel carosello di ambulanze che fece scalpore a lìvello nazionale ed indignò anche l’Antimafia, l’imprenditore capaccese Roberto Squecco ha riacceso i riflettori su di sé ed il suo giro illecito d’affari, al quale oggi l’operazione “Croci del Silaro” che ha visto al lavoro la squadra Mobile di Salerno, ha dato scacco matto. Roberto Squecco, già noto per vicinanza al clan Marandino
e con diverse condanne ma balzato agli onori della cronaca nazionale per aver dispiegato le sirene delle ambulanze delle sue associazioni di volontariato, la Croce Azzurra di Capaccio e quella di Agropoli, per celebrare l’elezione del sindaco Franco Alfieri nel giugno del 2019 è stato arrestato ma contemporaneamente sono stati sequestrati anche beni per 16 milioni di euro ed emessi altri dieci provvedimenti nei confronti di persone ritenute a vario titolo complici del sistema di riciclaggio, intestazione fittizia di beni, abuso d’ufficio, peculato, emissione di false fatture. L’inchiesta partita da quell’episodio che oggi il questore di Salerno, Maurizo Ficarra ha definito un’esibizione circense, ha tratto ulteriori indicazioni dalle indicazioni che lo stesso Squecco forniva sui provvedimenti di sequestro che di fatto non erano intestati a lui, dimostrando la proprietà fittizia dei beni. Il menefreghismo di Squecco è stato sottolineato anche dal sostituto procuratore Fittipaldi che ha ricordato come anche dopo la revoca degli appalti e convenzioni con l’Asl abbia continuato a creare società varie e gestito le convenzioni con società schermo. Squecco grazie al reinvestimento di reati tributari ha di fatto continuato a mantenere il monopolio nei servizi delle onoranze funebri e il pubblico soccorso dei Comuni cilentani di Agropoli, Capaccio ed Acerno attraverso la creazione di nuove società intestate a prestanomi. La contemporaneità delle due azioni, indagine penale e sequestro dei beni, è stata al centro della conferenza stampa nella quale il Capo della procura di Salerno , Giuseppe Borrelli si è soffermato più volte evitando più volte di rispondere a domande su intreccio con affari che potrebbero coinvolgere il sindaco festeggiato Franco Alfieri. Al momento, in questa inchiesta, non c’è alcun riferimento alle attività dell’amministrazione comunale se non per il fatto che la moglie di Squecco è stata con 384 voti la consigliera comunale più votata in quelle elezioni. C’è anche lei, Stefania Nobile tra i dieci provvedimenti che riguardano anche il padre di Roberto, Mario, Donato Potolicchio, Domenico Sorrentino, Giuseppina D’Ambrosio, Assunta Salerno, Michele Montefusco. Da un punto di vista operativo, il modello applicato a Salerno è stato definito innovativo da Francesco Messina, alla direzione centrale del servizio anticrimine perchè caratterizzati dallo svolgimento in parallelo delle indagini penali e di prevenzione antimafia. Nel sequestro rientrano anche una società con sede in Italia, due associazioni di soccorso, 26 automezzi, 7 conto correnti bancari e 12 terreni siti in Capaccio. Per la prima volta si colpiscono anche beni delocalizzati come le aziende casearie in Romania a Zimor grazie all’attivazione per la prima volta del nuovo regolamento europeo per il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di confisca.