Il “ricorso de Magistris” non ha passato la prova della Corte Costituzionale: i giudici lo hanno respinto come infondato, dichiarando legittima la legge Severino. La Consulta ha infatti deciso che la questione sollevata sulla norma che prevede la sospensione dalla carica per 18 mesi per gli amministratori locali colpiti da condanne penali, anche non definitive, per determinati reati – a cominciare da quelli contro la pubblica amministrazione – non è fondata. E la decisione della Corte apre, teoricamente, la stessa ipotesi anche per il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, anche lui condannato in primo grado per abuso d’ufficio nell’ambito di un procedimento sul termovalorizzatore di Salerno anche se in concreto il tribunale civile ha sollevato questione di costituzionalità su altri aspetti della legge Severino, in parte diversi da quelli sollevati da de Magistris. Il caso De Luca si discuterà nello specifico a novembre. Per quanto rigiarda il ricorso presentato da De Magistris, invece, accogliendo le richieste dell’avvocatura dello Stato, la consulta non si è limitata a dichiararlo inammissibile, avrebbe potuto farlo, forte della pronuncia assunta dalle Sezioni unite della Cassazione, che a maggio avevano decretato che non spetta al giudice amministrativo, ma a quello ordinario decidere sull’applicazione della legge Severino, ma ha voluto entrare nel merito. Per capire esattamente i contenuti di questa sentenza, bisognerà però attendere la sua stesura e pubblicazione. Lo stesso de Magistris non ha commentato, anche se spera in “un’interpretativa di rigetto”, relativa cioè solo ad aspetti formali. Si vedrà. Ma, ad oggi, sembra di poter dire che le istanze su cui hanno fatto leva i suoi legali, Giuseppe Russo e Lelio della Pietra, abbiano incontrato un ostacolo netto. Sia per quanto riguarda la definizione della sospensione, sia per il nodo della retroattività, i legali avevano sostenuto che la sospensione dalla carica è nei fatti una sanzione e per questo, come una sanzione penale, non si può applicare retroattivamente a chi, come “de Magistris è diventato sindaco quando la legge Severino non esisteva ancora”. Un’impostazione che però non ha retto in quanto la consulta ha tenuto a precisare che la Severino non è una sanzione penale. Potenzialmente, quindi, ora de Magistris potrebbe essere sospeso. Nei fatti, però, le cose sono più articolate. Per de Magistris è in calendario l’udienza del processo d’appello per il caso Why Not: in primo grado fu condannato per abuso d’ufficio per aver acquisito in modo illegittimo di alcuni tabulati telefonici, mentre venerdì c’è poi l’udienza del tribunale civile proprio sulla sospensione. Sarà quindi decisivo capire cosa succede sul fronte del processo penale: se domani arriverà una decisione, potrebbe essere ribaltata la sentenza di primo grado oppure potrebbe essere dichiarata la prescrizione del reato. In entrambi i casi, cade la sospensione dalla carica di sindaco e De Magistris resta in sella. A far la differenza, quindi, sarà la tempistica di questi procedimenti tra loro intrecciati.
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