Beppe Sannino aveva un obiettivo ben preciso quando è salito sul treno che portava la Salernitana verso nord, con destinazione finale Cesena: non perdere al Manuzzi per scacciare la crisi e consolidare la sua panchina. La breve ma intensa vigilia della gara disputatasi ieri ha visto il tecnico impegnato nella strenua difesa della prestazione offerta dalla squadra contro il Vicenza e rimarcata anche ieri sera, al termine della sfida con i romagnoli in cui a Sannino sono piaciuti lo spirito e l’atteggiamento ma anche la tenuta difensiva. Del resto, il tecnico di Ottaviano ha varato un mini turnover cambiando ancora uomini e spartito tattico proprio per tamponare l’emorragia e ritrovare un minimo di sicurezza e di certezze. Di sicuro non aver subito gol fa bene al morale di una squadra che ne aveva incassati sei in quattro gare e che si trascina dietro le scorie mentali della precedente annata in cui subire troppe reti era diventata una brutta e spiacevole consuetudine. Ronaldo, Improta e Joao Silva hanno fatto il debutto dal primo minuto mentre in difesa si è rivisto Schiavi e c’è stata la conferma di Perico, poi sostituito da Tuia per un affaticamento muscolare che non stupisce visto che il terzino ex Cesena era alla terza gara in otto giorni, inclusa quella disputata a Novara con la Primavera, ed è reduce da un’estate da svincolato. Le novità proposte in formazione e l’assetto tattico ancora una volta modificato, almeno inizialmente, non hanno trasformato la Salernitana che ha avuto ancora una volta una partenza lenta, difficoltosa in cui non aver subito gol è stato il frutto di una serie di circostanze positive ma non l’effetto di una ritrovata solidità che, va detto, si è trovata strada facendo e che s’è estrinsecata specie nel secondo tempo. Si spera che sotto questo aspetto arrivino ulteriori conferme già sabato col Trapani, ma ci si attende di più in fase di costruzione e finalizzazione in cui ieri sera la squadra di Sannino è stata totalmente assente. Improta ha giocato una gara diligente, Rosina si è dato da fare senza mai accendersi mentre Joao Silva è stato un corpo estraneo. Aver tenuto in campo per tutta la gara il portoghese, rinunciando all’apporto di Coda e Donnarumma, è stata una scelta coraggiosa per Sannino che ha voluto mandare un segnale ai due attaccanti a cui chiede tanto sacrificio e da cui, probabilmente, non è stato finora esaudito in pieno. Resta, però, il dato della pochezza offensiva dei granata per cui la rinuncia simultanea ai due bomber è apparsa non solo una scelta tattica o dettata da esigenze di turnover quanto un messaggio forte e chiaro rivolto ai due gemelli del gol. Sul modulo, poi, restano le perplessità: la Salernitana continua a cambiare pelle senza riuscire ancora a trovare il giusto equilibrio tra le due fasi di gioco. Ieri nessun gol al passivo, ma anche zero occasioni da rete. Se in trasferta il punto è sempre prezioso, è chiaro che in casa si dovrà fare di più. Lo sa bene Sannino che contro il Trapani andrà a caccia dei tre punti, unico viatico per uscire da una situazione di classifica non certo soddisfacente.
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