Dopo tre partite di campionato la Salernitana è a corto di punti, di gol fatti, di gioco e di idee. L’unica nota lieta, si fa per dire, rispetto al passato sta nel numero dei gol al passivo (tre contro i cinque della gestione Torrente nda). Una magra soddisfazione. Il dato è che fin qui la squadra di Sannino nelle cinque partite ufficiali disputate (ci sono anche le due di Coppa Italia), non ha mai vinto, convincendo sempre a pezzi. A sprazzi, insomma. Un tratto comune rispetto al recente passato le difficoltà incontrate dagli allenatori: Torrente lo scorso anno e Sannino oggi. Entrambi in difficoltà nel mettere in pratica le loro idee, i loro intendimenti tattici. Torrente non aveva in organico gli interpreti giusti per il tridente; Sannino da sempre legato al “4-4-2” o anche al “4-3-1-2” ha già riposto nel cassetto il sogno di mezza estate ripiegando, politicamente, sulla difesa a cinque per limitare i danni.
Altro comune denominatore è che come l’anno passato di questi tempi è già in discussione l’operato dell’allenatore, reo – secondo alcuni – di non utilizzare i calciatori secondo le proprie caratteristiche. L’anno scorso a Torrente capitò Gabionetta; quest’anno Sannino rischia di immolarsi sull’altare di Rosina. Il tecnico di Certara vittima del sudamericano, disposto a farlo giocare anche con una sola gamba. Il professore di Ottavinao non ha rinunciato al talento di Rosina, ma per dare spazio alle qualità del calabrese ha modificato l’equilibrio di gioco della sua Salernitana passando dalla difesa a quattro a quella a cinque. E se la mossa ha retto con Spezia e Verona ecco che a Novara il nodo è arrivato al pettine.
Sotto di un gol dopo pochi minuti, costretta a fare la partita contro un avversario capace di chiudere tutti gli spazi, la Salernitana non è mai entrata in partita.
Sannino insomma è già finito nel mirino della critica. Il trainer granata aspetta Perico, auspica la crescita di Della Rocca e quella dei gemelli del gol Coda e Donnarumma che, in caso di cambio di modulo, beneficerebbero della presenza di Rosina alle spalle. In queste tre mosse c’è il futuro della Salernitana e quello di Sannino che, però, a differenza di Torrente sembra molto meno propenso di recitare il ruolo di vittima sacrificale.