Una patata bollentissima tra le mani del Vescovo Moretti che, dopo averla “svangata” a San Matteo riuscendo, dopo le tensioni e le incomprensioni dell’anno scorso, a trovare il giusto punto d’equilibrio tra il rito religioso e la tradizione popolare, è ora nuovamente tirato per la giacca da una vera e propria sommossa popolare. Quanto sta accadendo in queste ore nel popoloso e vivace quartiere di S. Eustachio deve far riflettere e tanto la guida della Curia salernitana che mai, probabilmente, immaginava di trovarsi di fronte ad una protesta di quei fedeli alla notizia dell’avvicendamento del parroco, fatto abbastanza abituale e che spesso passa sotto silenzio. Questa volta no, questa volta a S. Eustachio il quartiere, o per lo meno gran parte di questo, è sceso addirittura in piazza per chiedere il reintegro dell’amatissimo don Massimiliano Corrado che nella sua attività pastorale ha seminato tanto e bene in questi anni. A fare da scudo umano sono soprattutto donne e bambini, le fasce da sempre più vicine all’attività sacerdotale. Ed ora? Come si comporterà la curia salernitana? Cosa farà il vescovo Moretti? Farà un passo indietro assecondando le richieste della gente o manterrà ferma la decisione già assunta? In mezzo a questo inatteso bailamme c’è proprio il giovane don Massimiliano che mai avrebbe voluto creare un corto circuito tra chiesa e fedeli in suo nome, ma intanto il dado è tratto e bisognerà pur decidere. La questione è al vaglio della curia salernitana proprio perchè delicata e abbastanza unica nel suo genere soprattutto nel comune capoluogo. A rigor di logica dovrebbe prevalere il buonsenso, la carità cristiana, e dunque, don Massimiliano Corrado dovrebbe rimanere al suo posto. Ma anche la chiesa ha i suoi principi, la sua burocrazia, spesso anche incomprensibile, e dunque nulla è scontato. Ma tendere la mano e assecondare i desideri della comunità rientra probabilmente nella mission principale dell’attività pastorale e mai come in questo caso, soprassedere sulla decisione già assunta, sarebbe cosa saggia; non ci sarebbe in né un vincitore, né un vinto. Vincerebbero tutti, vincerebbe la chiesa.
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