I Carabinieri del NOE di Salerno, agli ordini del Capitano Giuseppe Ambrosone, unitamente a quelli del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, guidati dal Maggiore Enrico Calandro, a Sarno, hanno apposto i sigilli di sequestro ad un’area comunale di circa duemilacinquecento metri quadrati adibita a Centro Comunale del Servizio di Raccolta e Trasporto di Rifiuti Solidi Urbani (RSU), c.d. isola ecologica.
L’attività di polizia giudiziaria eseguita dai Carabinieri e che ha portato al sequestro preventivo odierno in esecuzione del decreto del GIP del Tribunale di Nocera Inferiore, dott.ssa Giovanna Pacifico, è stata coordinata dal sostituto Procuratore dott.ssa Mafalda Daria Cioncada, della sezione reati ambientali della Procura Nocerina, guidata dal Procuratore Capo Giovanni Francesco Izzo, che ha emesso informazione di garanzia a carico di due funzionari comunali con responsabilità nel settore dei rifiuti, nonché a carico del legale rappresentante della società affidataria del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti per il centro raccolta, per la violazione in ordine al reato previsto dall’art.137 del D.L.vo n.152/2006 perché nelle loro rispettive qualità, in relazione alla gestione del Centro Comunale del Servizio di Raccolta e Trasporto di Rifiuti Solidi Urbani, consentivano lo scarico illecito delle acque reflue industriali, derivanti dall’attività di stoccaggio dei rifiuti -depositati senza alcuna copertura e/o protezione dagli agenti atmosferici- a terra in un’area in parte pavimentata ed in parte su nudo terreno, le cui acque (percolato) con un sistema di pendenza venivano convogliate tramite un sistema di condotte nella vasca di sedimentazione per poi essere immesse, illecitamente, nelle tubazioni della rete di acque bianche (dove possono essere immesse solo acque meteoriche) e recapitate nel canale artificiale denominato “controfosso” e successivamente nel Rio Foce, affluente del Fiume Sarno, il tutto in assenza della prescritta autorizzazione di legge in materia ambientale.
Tra l’altro lo stesso GIP, nel decreto che dispone il sequestro preventivo, ha evidenziato che “la libera disponibilità da parte degli indagati del Centro di raccolta in questione possa agevolare la commissione di altri reati della stessa specie e/o consentire di fatto la prosecuzione dell’illecita condotta e/o l’aggravamento delle conseguenze della stessa, sotto il profilo del rischio alla salute ed alla salubrità ambientale…”