I carabinieri del Noe hanno eseguito il sequestro degli impianti di depurazione nei comuni di Ravello, Atrani e Cetara, in Costiera amalfitana. I reati contestati sono danneggiamento dei beni pubblici, gettito di cose idonee a molestare le persone, deturpamento di bellezze naturali. Risultano indagati, secondo quanto riferiscono i carabinieri del Noe che hanno operato agli ordini del capitano Giuseppe Ambrosone i sindaci dei tre comuni, il gestore della società di depurazione e l’ufficio tecnico lì dove la materia è delegata all’ufficio competente. “Siamo sereni e confidiamo nel lavoro della magistratura”.
Con queste parole il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, ha commentato il provvedimento di sequestro dei tre impianti di depurazione disposto dalla Procura della Repubblica di Salerno. “Del resto – ha aggiunto il primo cittadino – la tutela dell’ambiente e della risorsa mare è da sempre una priorità di questa amministrazione”.
”Prova ne è – aggiunge il sindaco di Ravello – l’eccellente qualità delle acque, certificata dall’Arpac. Dopo Amalfi, Maiori, Praiano e Cetara, come era prevedibile, anche i nostri impianti di Sambuco, Cigliano e Marmorata sono finiti sotto la lente della Procura. Si tratta di un atto dovuto, dal momento che le strutture di trattamento delle acque reflue, alcune risalenti agli anni Settanta, sono ormai insufficienti alle esigenze costituite da quasi duemila utenze domestiche. Ed è per questa ragione che, in questi anni, abbiamo più volte sollecitato gli organi competenti portare a compimento l’iter di costruzione del nuovo depuratore”.