SETTE “INCANDIDABILI” A BATTIPAGLIA –

La scure di Rosy Bindi, presidente della commissione anti-mafia, si abbatte sulle amministrative in programma a Battipaglia. Sono infatti addirittura sette gli “impresentabili” resi noti dalla commissione, tutti candidati in liste civiche. La commissione Antimafia ha diffuso ieri, nel corso di una conferenza stampa a Roma, i risultati delle verifiche svolte sui Comuni chiamati al voto dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche o che sono stati interessati da “accessi” dei prefetti. Su 14 impresentabili in tutta Italia, la metà sono a Battipaglia, un vero e proprio record di cui andare davvero poco fieri. Come detto nella lista di proscrizione non fanno parte esponenti di partito, tre di loro sono nelle liste del candidato sindaco Gerardo Motta: l’imprenditore Lucio Carrara (lista Battipaglia con Cuore), il panettiere Francesco Procida (Speranza per Battipaglia), il carrozziere Bartolomeo D’Apuzzo (Battipaglia a Testa Alta). Gli altri tirati in ballo sono l’operaio Demetrio Landi con Moderati per Battipaglia (candidato sindaco Enrico Lanaro), l’imprenditore Daniela Minniti nella lista Battipaglia Popolare (candidato sindaco Vincenzo Inverso), il macellaio Carmine Fasano di Azione Civica (candidato sindaco Ugo Tozzi) e Giuseppe Del Percio, operatore della ristorazione nella lista La Città che Verrà con il candidato sindaco Pietro Ciotti. Ad aggravare il quadro c’è la circostanza che tutti hanno presentato autocertificazioni false sui carichi pendenti e al casellario giudiziale. Tra i sette impresentabili battipagliesi, si legge nel testo della relazione, si segnalano tre candidati condannati per reati legati a traffico e cessione di sostanze stupefacenti, due per bancarotta fraudolenta, uno per riciclaggio e uno per rapina. Fasano, Carrara, Procida, D’Apuzzo, Landi e Minniti sono incandidabili per false comunicazioni. Del Percio, invece, è candidabile, ma se eletto potrebbe essere sospeso ai sensi della legge Severino. Nella relazione si segnala anche la condotta di un pubblico ufficiale che, strumentalizzando le proprie funzioni, ha appreso informazioni riservate di natura investigativa per farle conoscere ad una persona a lui vicina. Inoltre, l’Antimafia ha segnalato altri sei candidati che hanno rapporti di parentela o frequentazioni con soggetti coinvolti in indagini per fatti di criminalità organizzata e comunque in contatto con persone ristrette per vari reati e considerate pericolose, al punto da essere sottoposte al regime del 41bis.

Autore dell'articolo: Marcello Festa