In fondo era stato lo stesso De Magistris a puntualizzare che i ricorsi presentati dai suoi legali e da quelli di De Luca partivano da presupposti diversi. E se la Consulta ha ritenuto di bocciare quello presentato dal sindaco di Napoli, non è detto che avvenga la stessa cosa per De Luca quando il caso sarà preso in esame e al momento, giusto sottolinearlo, la discusione non è stata ancora fissata, potrebbe succedere a fine novembre. Il ricorso presentato dai legali del Governatore della Campania è infatti ben più complesso e la questione sollevata ieri davanti ai giudici della Corte Costituzionale da De Magistris ne rappresenta una sola parte. Ad esempio gli avvocati di De Luca battono e tanto sul principio di eguaglianza della legge, in quanto la Severino ha effetto sugli amministratori locali e non sui parlamentari, un’evidente violazione del principio di eguaglianza della legge sancito dalla Costituzione. In concreto, al netto di quelle che sono al momento le reazioni politiche, il governatore resta in carica, il presidente De Luca continuerà ad esercitare regolarmente e legittimamente le sue funzioni ed altrettanto farà l’apparato da lui messo in piedi. Ovvio che sia già pronto il paracadute. De Luca ci aveva pensato per tempo nominando Fulvio Bonavitacola suo vice, pronto a subentrare nel caso di sospensione. Il punto è un altro. Nel caso in cui anche il ricorso presentato da De Luca dovesse essere rigettato e dunque determinarsi le condizioni per arrivare alla sospensione del Governatore, da quando il provvedimento avrà efficacia? Dal giorno della nuova sospensione o da quando De Luca è stato eletto. Differenza di non poco conto perchè dovesse prevalere il principio della retroattività del provvedimento, se da una parte si scompuerebbe qualche mese dai 18 previsti dalla sanzione, dall’altra risulterebbero inefficaci tutti gli atti compiuti da De Luca una volta insediatosi alla guida della Regione e tra questi anche la nomina del suo vice. In sintesi: il caos.
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