Escluso un intervento per decreto sulla legge Severino, si fa strada l’idea di concedere 48 ore a De Luca, dovesse vincere le Regionali, per decidere vicepresidente e giunta prima di sospenderlo dalla carica per effetto della legge Severino, sospensione che – giusto ricordarlo – dovrà essere comunicata direttamente dal Governo centrale. Per un Pd che, dice Matteo Renzi “non si accontenta del record delle europee ma ha voglia di vincere”, non giovano – allora – polemiche e riflettori su impresentabili e incandidabili. Altro che impresentabili, chiarisce Renzi, “questo è il Pd che, dopo anni di leggi vagheggiate, ispirate e sussurrate ha fatto la legge anticorruzione, ha rimesso il falso in bilancio e l’autoriciclaggio”. Anche per questa ragione, dopo averci messo la faccia con il suo blitz salernitano durante il quale ha fugato ogni dubbio circa la sua presenza al fianco di De Luca, il premier preferisce affrontare il nodo dell’ineleggibilità del suo candidato al momento opportuno, solo se domenica De Luca vincerà le elezioni. Nonostante anche il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone abbia ipotizzato “un tagliando alla legge Severino su alcuni reati” per evitare la sospensione in caso di sentenza di primo grado, nè il governo nè il Pd, a quanto si apprende, avrebbero alcuna intenzione di intervenire per decreto per evitare la spada di Damocle su De Luca. Prima della pronuncia della Consulta, sembra dopo l’estate, ogni intervento legislativo sembra escluso. La via per evitare il caos in Campania, nel caso in cui De Luca battesse Caldoro, sarebbe di consentire la proclamazione del vincitore ed il tempo strettamente necessario per nominare il vicepresidente prima di sospendere il neoeletto governatore. A quel punto, in attesa che la giustizia ordinaria, e non più il Tar, come ha stabilito la Cassazione, faccia il suo corso, la Regione potrebbe essere amministrata dal vicepresidente.
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