La vera partita sulla legge Severino non è quella consumata sul caso de Magistris, peraltro già chiuso dopo l’assoluzione in appello, ma quella che si giocherà prossimamente sul caso De Luca, quando la causa approderà in Corte Costituzionale. E’ in quel ricorso e nell’ordinanza che il tribunale di Napoli ha inviato alla Consulta, che si prospettano le questioni più spinose e delicate sulla legge Severino. “Keep calm e a lavoro senza distrazioni”, ha commentato da parte sua via twitter il governatore della Campania. Secondo autorevoli giuristi “il parere della Corte Costituzionale che ha dichiarato infondata la questione posta nell’ambito del caso de Magistris era scontato. Ben più imprevedibile e incerto appare invece l’esito sul caso De Luca per il quale il tribunale civile ha sollevato ben altri punti. Uno, in particolare, appare centrale e potrebbe fare la differenza: l’eccesso di delega. In sostanza, nei decreti attuativi della Severino si sarebbe travalicato il limite imposto dalla legge delega, in particolare introducendo l’abuso d’ufficio tra i reati considerati di allarme sociale per cui scatta la sospensione, reato che il parlamento non aveva contemplato nella stesura del testo di legge e poi, come d’incanto, spuntato nella promulgazione. Quando tratterà la causa su De Luca la Corte dovrà esaminare la legge Severino sotto questo profilo e chiarire se l’abuso d’ufficio possa davvero definirsi reato che procura allarme sociale. Un altro elemento, che non è stato preso in esame con de Magistris riguarda la differenza tra parlamentari e amministratori locali: per i primi la decadenza si applica solo in presenza di condanne passate in giudicato; i secondi, invece, incorrono nella sospensione anche per condanne non definitive, in sintesi non c’è eguaglianza di fronte alla legge. Al momento non è possibile stabilire con certezza se De Luca – la cui sospensione è ora congelata dal tribunale – rischia in concreto di essere sospeso, anche se potrebbe accadere per una parte del suo mandato ed in questo caso toccherebbe a Fulvio Bonavitacola, nominato vice, reggere le sorti del Governo campano fino al termine della sospensione. Ma c’è già chi affila le armi anche in questo caso. E’ legittima la nomina di Bonavitacola?
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