La Polizia era già sulle tracce della banda di ladri sgominata oggi a Napoli, ma a dare un impulso alle indagini è stato uno dei componenti il gruppo criminale, colui che grazie a raffinate attrezzature software e meccaniche riusciva a clonare anche sofisticate chiavi. L’elemento scatenante, che ha spinto il fabbro “hi-tech” a recarsi dalla Polizia per rivelare tutte le informazioni in suo possesso, è stato un duro diverbio con i complici scoppiato per una chiave consegnata in ritardo. Grazie alle sue dichiarazioni la Polizia è riuscita anche a evitare un imminente furto in gioielleria. Oltre alle otto persone, a cui sono stati notificati i provvedimenti cautelari, risultano coinvolti anche altri due soggetti, un uomo e una donna, entrambi ricercati e denunciati dagli uomini della Squadra Mobile, coordinati dal dirigente Luigi Rinella. Le chiavi, anche quelle di tipo “Europeo”, venivano clonate in un appartamento di Acerra (Napoli) e da alcuni fabbri, titolari di negozi. C’era chi individuava e seguiva la vittima per carpire tutte le informazioni necessarie e per scattare, con qualche stratagemma, le foto alle chiavi. E c’era anche chi, poi, grazie al sofisticatissimo software, le clonava. Poi si passava in azione. La fase preparatoria durava parecchio tempo. Il furto, invece, avveniva in tempi rapidissimi e senza lasciare tracce (impronte digitali o immagini compromettenti nei sistemi di videosorveglianza). Sette i furti che sono ritenuti riconducibili alla banda, messi a segno anche a Battipaglia e Formia (Latina), tra il marzo 2016 e maggio 2017. Uno compiuto anche in una parcheggio di piazza San Francesco, a Napoli, dove confluiscono gli incassi di diverse aree: la banda riuscì a trafugare “solo” 10mila euro a causa del pronto intervento di Carabinieri e Polizia Municipale.
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