Sono passati 38 anni, domani la triste ricorrenza, eppure sono ancora visibili, evidenti, gli effetti del Clisma che la sera del 23 novembre del 1980 sconquassò la C ampania. Non è un caso che per fronteggiare la perenne emergenza sia stato creato un comitato ad hoc dalla regione Campania, un comitato composto da esperti, rappresentanti dell’ente regionale e delle Autonomie locali che a titolo gratuito, fino all’ultimazione del processo della ricostruzione non ancora completata, dovrà provvedere al monitoraggio e al coordinamento delle attività in corso connesse alla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma,
nonché al completamento del complessivo intervento di ricostruzione. Dalle stime redatte dal comitato per chiudere la partita della ricostruzione in Campania servono svariate decine di milioni di euro, centinaia, una cifra abnorme in considerazione della pioggia di denaro che ha colpito le zone interessate già nell’immediatezza del sisma che, giusto ricordarlo, comprese un territorio di quasi 300mila ettari, con una popolazione di oltre 230mila abitanti di 71 comuni delle province di Avellino, Salerno e Potenza. I morti stimati furono 2.735, di cui 1.762 in provincia di Avellino, 674 in quella di Salerno, 153 nel Potentino, 12 in provincia di Caserta, 3 in provincia di Benevento e 131 nel Napoletano, 8.848 le persone ferite. Nel gennaio del 1981 vennero individuate tre categorie: disastrati, con danno di oltre l’80%; gravemente danneggati con danni dal 40 all’80% e danneggiati dal 5 al 40%. La Regione Campania propose una lista di 339 comuni, di cui 23 disastrati, 76 gravemente danneggiati e 240 danneggiati. Il 13 febbraio del 1981 il Governo formulò un nuovo elenco che comprendeva 315 comuni in tutto e sopprimeva la categoria dei gravemente danneggiati. Giuseppe Zamberletti, commissario per l’emergenza, stimò inizialmente in 20mila gli alloggi perduti nei 36 comuni dell’epicentro, in 50mila quelli gravemente danneggiati o danneggiati negli altri 244 comuni esterni al cratere. Numeri esorbitanti come esorbitanti furno anche gli stasnziamenti che, alla resa dei conti, a 38 anni da quell’autentica sciagura, ancora non hanno garantuito una totale e strutturata ricostruzione.