Cala il consenso per il Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e per il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. E’ quanto emerge dalla “Governance Poll delle Regioni” de “Il Sole 24 Ore”, il sondaggio sul consenso dei governatori di Regione e dei sindaci dei Comuni capoluogo.
Il primo cittadino di Salerno si piazza al 67esimo posto scivolando dal 58esimo raggiungo lo scorso anno, un calo verso il basso di nove posizioni con una percentuale di consenso politico pari al 50,0%. E non va meglio per il governatore della Campania Vicenzo De Luca che nel 2023 crolla al nono posto in Italia, attestando un calo costante negli ultimi tre anni. Con una percentuale di consenso politico pari al 54,5%, il presidente della Regione Campania De Luca scivola nella classifica di gradimento di governatori e sindaci, la Governance Poll del Sole24 Ore.
A commentare i dati del sondaggio che fanno scivolare il sindaco di Salerno ed il governatore aggiungendone anche una sua motivazione è il consigliere comunale di Salerno Roberto Celano.
I disastri prodotti in Comune e Regione dalle amministrazioni guidate dall’opprimente sistema di famiglia progressista sono, ormai, più “percepibili” e convincenti delle frottole e dei favolosi racconti del “parolaio del venerdì”.
La sanità in ginocchio, i trasporti fatiscenti, una città ridotta nel degrado più assoluto, i servizi inesistenti, le clientele con pubblico denaro, la tassazione comunale e regionale ormai insostenibile, hanno determinato il crollo a picco della credibilità e del consenso del Sindaco Napoli e del Governatore De Luca, che registra, tra tutti i Presidenti di Regione, il calo più vistoso rispetto al dato elettorale nella classifica di gradimento stilata dal “Sole 24 Ore”.
È l’ora che il dissenso misurato da sondaggi commissionati dal principale quotidiano economico del Paese, ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Celano , si confermi nelle urne e che la più disastrosa esperienza di governo che sta devastando ogni settore della pubblica amministrazione cittadina e regionale, anteponendo interessi altri a quelli della collettività, tolga finalmente e definitivamente il disturbo per lasciare spazio a nuove esperienze amministrative che possano finalmente misurarsi in modo più serio col governo dei territori.